martedì 16 dicembre 2014

L'autorevolezza nel ruolo di genitore

Illustrazione di Pucci Violi
Essere autorevoli

Il ruolo di genitore è quello di essere guida e sostegno per i figli che di questo hanno bisogno e non di un rapporto falsamente paritario e, in questo senso, trovo alquanto improprio il genitore che si atteggia ad amico/a, fratello/sorella del figlio.
Senza voler sembrare troppo rigida, oserei affermare che nell'ambito della coppia ogni individuo ha un proprio ruolo che può sporadicamente essere scambiato, ma che in linea di massima va rispettato.


I momenti di contenimento e indulgenza (più frequenti nel ruolo femminile) possono alternarsi, nella vita quotidiana familiare, in maniera sana ed equilibrata a momenti di intransigenza (più frequenti nel ruolo maschile), in cui si richiede un più attento rispetto delle regole.  
Il bambino capirà che ci sono momenti e momenti, ma è difficile che ciò possa avvenire in situazioni nelle quali i genitori si atteggiano sempre ad amiconi dei figli. 
Quindi anche quando è ora di giocare, scherzare, o svolgere qualunque altra piacevole attività con i figli, ma che, si devono trasmettere modelli modelli chiari e coerenti del proprio ruolo.

Come reazione all’autoritarismo dei tempi passati e con la giusta richiesta di parità delle donne, con l’aumento dei divorzi si è persa la figura paterna “autorevole” e capita che uno dei due genitori prenda in carico tutti e due i ruoli, ma questo non può indurci a svalutare la figura paterna trasformandola in “mammo”, né a pensare che una madre possa ricoprire anche funzioni maschili. La mancanza di ruoli di riferimento crea confusione nei ragazzi che non sapranno più a quale modello ispirarsi.

La mancanza di autorevolezza dei genitori si manifesta spesso con la scarsa obbedienza dei figli così capita che il genitore non autorevole diventi autoritario, che utilizzi cioè il potere che deriva dal suo ruolo (sono adulto, sono genitore, sono più grande e più forte, posso ricompensare o punire) e non quello suo personale. In questo modo si ottengono effetti immediati soddisfacenti, ma a lungo termine porta ad una sempre minore capacità di gestire situazioni di conflitto.
Il genitore autorevole deve comunicare con i figli, motivandoli all’obbedienza, spiegare il motivo delle sue richieste e delle regole che si chiede siano rispettate, in questo modo si otterrà risposta positiva ai nostri comandi con la consapevolezza della necessità di farlo e non per paura del castigo in un clima di collaborazione e serenità.
Il genitore autorevole quindi motiva all'obbedienza, controlla (ma in modo discreto), dimostra fiducia nel figlio, si aspetta comportamenti maturi, dialoga, è affettuoso e caldo.
I figli di genitori autorevoli sviluppano un’autostima elevata, sono sicuri di sé, indipendenti, socievoli, motivati al successo. Chi non desidera tutto questo per il proprio figlio?

© Loretta Zanconato, insegnante

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