giovedì 18 dicembre 2014

Stereotipi di genere nei libri per bambini

Illustrazione di Maria Mantovani

Cari insegnanti, vorrei parlarvi degli stereotipi di genere nei libri per bambini, anche in quelli scolastici.
Finalmente, negli ultimi tempi, si è iniziato a dare importanza all'abbattimento degli stereotipi di genere nell'editoria per l'infanzia e alcuni editori, sensibili a questa tematica, hanno deciso di autoregolamentarsi.
Quindi oggi c'è maggiore attenzione sul materiale pubblicato che va in mani ai bambini, i quali come spugne assorbono ogni dettaglio, anche piccoli elementi ai quali noi non daremmo troppa importanza.

Sull'argomento degli stereotipi di genere nei libri l'infanzia vi cito il libro di Irene Biemmi da titolo: Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari
Descrizione tratta da ibs:
"Esiste un mondo popolato da valorosi cavalieri, dotti scienziati e padri severi ma anche da madri dolci e affettuose, casalinghe felici, streghe e principesse. Questo universo fantastico è quello con cui si interfacciano quotidianamente i bambini e le bambine che frequentano le elementari, quando leggono le storie raccolte nei loro libri di lettura. All'inizio del Duemila la scuola italiana continua a tramandare modelli di mascolinità e femminilità rigidi e anacronistici."

Da queste righe tra virgolette potete già intuire quanto sia importante il messaggio che inviamo ai bambini, attraverso i ruoli che rivestono i protagonisti all'interno di una storia. Ogni descrizione, ogni parola è importante. Che i ruoli di eroe siano sempre maschili e che la donna sia principessa o strega, forse non è più un messaggio adeguato ai tempi. Con questo non voglio demonizzare le antiche fiabe della tradizione, intendo dire però che queste vanno contestualizzate e quando parliamo ai bambini di storie dei nostri giorni è importante dare modelli di riferimento nei quali donna e uomo possono godere di parità di genere.
Dicendovi che è importante valutare i messaggi che trasmettono le storie dico, tuttavia, qualcosa di abbastanza scontato.
Ora vorrei porre, l'accento su qualcosa di meno scontato e altrettanto fondamentale. Vorrei parlarvi del ruolo di rilievo che rivestono le illustrazioni nei libri per bambini. In questo caso quindi non mi riferirò solo ai libri per la scuola primaria, ma anche e soprattutto ai libri che prendono in mano i bambini in età prescolare (0-6anni).

Qui l'immagine si gioca tutto. Il bambino non sa ancora leggere, le parti scritte sono ridotte al minimo ed è il disegno a parlare.

Non sono così lontani i tempi in cui, e talvolta ancora oggi accade, gli illustratori dovendo rappresentare madre e padre, disegnano la mamma alle prese con l'aspirapolvere o con la tovaglia; il papà invece appare comodo in poltrona a leggere il giornale. Per quanto tempo abbiamo trasmesso queste immagini ai bambini senza neppure rendercene conto?
In altre rappresentazioni il papà è sull'uscio di casa con la valigetta da lavoro in mano, la mamma in vestaglia a sprimacciare i cuscini o riassettare la casa.
Vorrei anche precisare che spesso viene lasciato ampio spazio alla creatività degli illustratori e non di rado accade che questi si lascino andare a fronzoli inadeguati ed eccessivi e lo fanno solo con finalità estetiche, senza pensare che i messaggi che poi se ne evincono non sono quelli più giusti.
Chissà perché risulta carino il disegno della mamma in pantofole o con la zuppiera in mano (elemento che piace tanto ai disegnatori) e non si valuta che sia un modo obsoleto di rappresentare l'ambiente domestico. Frequentemente si disegna così perché ancorati a vecchie tradizioni stilistiche e con la stessa superficialità questi disegni vengono approvati dalla redazione, dagli editori e poi da chi li acquista badando più all'estetica del disegno che al messaggio. Ecco, io credo che ci siano nuove forme estetiche altrettanto gradevoli che tuttavia possono essere foriere di messaggi più adeguati alla nostra società.

Qualcuno ricorda Il Libro dei Mestieri pubblicato da Libri per ragazzi Mondadori?
Splendidamente illustrato, davvero accattivante. I protagonisti sono animali antropomorfi, allegri, spiritosi, vivaci, però...
Vi riporto solo due dei protagonisti, osservatene le sembianze e leggete i nomi:

Dottor Bisturi e Nella Garzetta

È solo per ridere dirà qualcuno, ma da questo libro si matura l'idea che soltanto i maschi possano arrivare a rivestire ruoli di rilievo, mentre le femmine, ben che vada, saranno loro assistenti.

Mi auguro che gli editori, oggi, siano sempre più sensibili nel pubblicare i libri per bambini valutando non sono i testi, ma anche le immagini.

Ho scritto questo articolo perché tempo fa ero stata invitata a intervenire su questo argomento in una conferenza presso il Circolo di Lettori a Torino e ritengo giusto continuare a sensibilizzare gli insegnanti affinché possano valutare i libri sotto molti punti di vista e in maniera  più consapevole.

Per concludere vi vorrei riportare, in breve, quanto è emerso da un sondaggio svolto da un'associazione che promuove le pari opportunità, presso alcune scuole per l'infanzia.
Erano stati mostrati disegni che rappresentavano un orso antropomorfo, senza elementi caratterizzanti che facessero capire se si trattasse di un maschio o di una femmina.
In certi casi l'orso era disegnato in poltrona a leggere il giornale, in altri casi era disegnato seduto a tavola a pulire le verdure. A questi bambini è stato chiesto se si trattasse di un orso maschio o di una femmina.
Il sondaggio ha rivelato che: quando l'orso era rappresentato nell'intento di leggere il giornale, per la gran parte dei bambini era un maschio, invece l'orso che puliva le verdure è stato identificato quasi sempre come femmina.
Tutto questo fa sorridere, ma dovrebbe anche far riflettere...
© Rossana d'Ambrosio per Vivacemente

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