venerdì 27 marzo 2015

Differenti tipi di comicità

PERCHè SI RIDE?
In parte l’abbiamo già detto nei post precedenti del
laboratorio_della_risata
ridiamo perché cogliamo, in un discorso o in una situazione, un’alterazione nel corso normale degli eventi (anche una persona che scivola per strada, se non si è ferita gravemente, in genere, suscita il riso dei passanti…). Il riso è dunque un atto liberatorio, con il quale reagiamo d’istinto a circostanze inattese. 

Il primo ad analizzare con grande precisione l’origine del riso, è stato il filosofo francese Henri Bergson (1859-1941). Egli divide la comicità in cinque categorie fondamentali che sintetizziamo come segue.
1. COMICO DI FISIONOMIA: comicità provocata da un’alterazione del corpo o dei tratti del volto (come per esempio una smorfia buffa).

2. COMICO DI GESTO: comicità provocata da movimenti meccanici, ripetitivi quasi stereotipati (per esempio i tic nervosi oppure la gestualità buffa del clown).

3. COMICO DI CARATTERE: comicità che scaturisce dal modo di essere di una persona o dalle sue manie caratteriali (per esempio gli atteggiamenti tipici di un avaro, di un vanitoso, di una persona con atteggiamenti ossessivi o maniacali).

4. COMICO DI SITUAZIONE: comicità provocata, spesso involontariamente, da una situazione nella quale le persone agiscono in maniera inaspettata o contraria al consueto (come ad esempio un ladro che venga derubato da un ragazzino).

5. COMICO DI PAROLA: comicità che nasce da usi particolari della parola, di cui elenchiamo di seguito le modalità più ricorrenti.
Ecco varie modalità per provocare l'ilarità delle persone.
Caricatura: è la descrizione che esagera alcune caratteristiche del soggetto descritto, il quale finisce per diventare comico proprio in virtù dell’esagerazione (per esempio le imitazioni di personaggi famosi che esaltano o ridicolizzano alcune caratteristiche).
Battute di spirito: possono essere brevi storielle come le barzellette, oppure battute molto sintetiche o giochi di parole, che suscitano comunque la risata poiché giungono inaspettate.
Doppi sensi: sono affermazioni che comunicano un significato, ma che ne nascondono un altro.
Nonsense: parola, frase o breve componimento privo di senso logico o comunque bizzarro. Un celebre nonsenso italiano è la “supercazzola” del film Amici miei di Monicelli. Con spirito burlesco, una persona viene travolta da una raffica di parole incomprensibili, in cui viene inserita qualche parola decifrabile per dare credibilità al discorso.
Ironia: è un particolare modo di esprimersi per cui sotto il significato esplicito delle parole traspare un altro messaggio, quindi si fa un’affermazione e si sottintende il suo contrario.
Sarcasmo: quando l’ironia diventa aggressiva e pungente, fino a ferire chi ascolta.
Parodia: è il rovesciamento o la deformazione di un tema o di un soggetto per ottenere un contrasto comico (si pensi al celebre ragionier Fantozzi, tipica parodia dell’impiegato d’ufficio, sfortunato, impacciato, deriso, vessato da superiori e colleghi).
Satira: è un tipo particolare di comicità che mira a far ridere sulla base di una critica a personaggi noti, delle loro idee e atteggiamenti, fino al punto di ridicolizzare certe situazioni; la satira può essere politica, sociale, morale.

Rossana d’Ambrosio

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