venerdì 16 febbraio 2018

Attività per bambini con disturbo di attenzione

I bambini con disturbo dell'attenzione vanno trattati con particolare cura e sensibilità, cercando di diversificare la proposta di attività al fine di richiamare il loro interesse non appena questo inizia a scemare.
L'ideale è che questi bambini abbiano un insegnante di sostegno che possa dedicarsi a loro. Purtroppo questo non sempre è possibile.
In generale, tutti i bambini tendono ad annoiarsi se la lezione risulta monotona e ripetitiva. In alcuni bambini i tempi di attenzione si riducono ulteriormente.
La lezione frontale non è la più indicata per mantenere alta l'attenzione, tuttavia attraverso il racconto è possibile coinvolgere i bambini. Il tono della voce non deve essere mono-tono, saper modulare la voce e diversificare il timbro è un ottimo espediente per intrattenere i bambini.
Lo storytelling (insegnare attraverso la narrazione) è una buona strategia. Ogni personaggio della storia avrà una sua voce particolare e queste cambi di tono, riescono a tenere viva l'attenzione.
Al fine di evitare che siano distratti e svogliati, è molto importante farli interagire i bambini.
Durante uno storytelling possono essere invitati loro stessi a impersonare determinati personaggi ripetendo alcune frasi che riprendono concetti importanti o scene chiave.
Alla narrazione si può alternare la vera e propria drammatizzazione. 
Inoltre, anche il disegno può essere di supporto e anche tutte quelle attività manuali che si prestano a divenire di rinforzo rispetto a un determinato argomento. 

Nel caso di una lezione di matematica possiamo raccontare la storia del matematico Tartaglia, vittima di bullismo (in realtà si chiamava Nicolò Fontana ma veniva chiamato "Tartaglia" per il suo problema di balbuzie) prima di introdurre i concetti di matematica. 
In una lezione di scienze in cui si parla di invenzioni, si può parlare dell'invenzione della carta narrando anche il periodo storico. Poi si possono fare gli origami e altri lavoretti di manipolazione con la carta pesta.
L'importante è diversificare il più possibile e far interagire i bambini attraverso molteplici attività che coinvolgono più sensi.
La carta si può lèggere se è scritta, ammirare se è dipinta, si può toccare per scoprine la rugosità attraverso il tatto (notare le differenze tra carta patinata e uso mano). La carta appena uscita dalla tipografia si può annusare: ha un profumo molto particolare e attraverso l'olfatto si può capire se un libro è fresco di stampa..
I giochi con la carta si prestano a essere svolti in classe. Si può usare carta di recupero abbattendo ogni costo, inoltre si hanno molte possibilità per fare attività creative e coinvolgenti. Questa è anche l'occasione per parlare di riciclo, di raccolta differenziata e tutela dell'ambiente.
Il bambino è attratto dalla carta perché lui stesso, opportunamente guidato, può creare un piccolo libro illustrato, vari oggetti in carta pesta, manifesti, cartelli per comunicare.
Potete aiutare il bambino a realizzare il libro della sua storia personale.
Ogni pagina rappresenterà un periodo della sua vita.
Si possono usare foto da incollare sulle pagine oppure il bambino può fare dei disegni. Se è già in grado di scrivere, sotto ogni immagine, potrà scrivere una frase.
I fogli vengono bucati con una foratrice da ufficio e rilegati con un nastro colorato.
Poi si possono creare dei contenitori per archiviare i vari lavori fatti, suddividendoli per categorie.
I contenitori si possono realizzare utilizzando scatole di scarpe rivestite con carte colorate. Sul lato frontale della scatola si può apporre un elemento distintivo che faccia comprendere il suo contenuto.
Nel prossimo post proporrò diverse carte illustrate che possono essere utilizzate per inventare delle storie oppure per fare il gioco delle categorie.
© Rossana d'Ambrosio

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