Io ho avuto la fortuna di essere letto da un ragazzo simpatico, forse un po’ matto. Non lo dimenticherò più.
Mi leggeva nelle posizioni più insolite: su un albero, appollaiato su una scala, sdraiato e con le gambe in aria, in piedi su una gamba sola... Mi leggeva e mi buttava in aria. – Sei bello, troppo bello! – mi diceva. Aveva sempre la matita in mano quando mi leggeva, mi sottolineava, ricopiava dei brani su un taccuino scritto fitto fitto. – Questo pezzo lo imparo a memoria, non posso non saperlo, voglio portarlo in giro dentro di me... – gridava, e mi leggeva e
rileggeva finché sapeva quel pezzo a memoria.
È stata un’esperienza unica! Auguro a tutti voi, amici miei, di essere letti, almeno una volta, così.
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