lunedì 30 marzo 2015

È arrivato il fratellino

Illustrazione di Pucci Violi

Qual è la differenza tra similitudine e metafora?

Gioco per rinforzare la capacità di dividere in sillabe

L'arte futurista spiegata ai bambini

Progettare e vivere in sintonia con la natura


Anagrammi per bambini

Ecco una scheda con anagrammi per bambini,
riferiti agli strumenti musicali.

I girasoli di Vincent Van Gogh e i bambini

È importante avvicinare i bambini all'arte ed più semplice farlo attraverso opere essenziali nella loro rappresentazione, ma di grande impatto emozionale.
I girasoli, per esempio, rappresentano qualcosa di immediatamente riconoscibile e vicino al nostro mondo.
Inoltre le pennellate di Vincent Van Gogh sono in grado di trasmettere sensazioni forti per la loro incisività.
Altro particolare di rilievo è che rappresentano qualcosa di riproducibile e questo aspetto per i bambini è fondamentale, altrimenti l'arte rischia di apparire qualcosa di irraggiungibile.

Può essere utile abbinare un approfondimento di scienze per spiegare ai bambini la particolarità di questi bellissimi fiori. Attraverso più approfondimenti interdisciplinari si stimola maggiore interesse e si rafforza la capacità di memorizzare quanto si è acquisito.

Cruciverba sillabico per bambini della scuola primaria


domenica 29 marzo 2015

Umorismo, intelligenza, empatia

Il riso abbonda sulla bocca degli stolti, dal latino “Risus abundat in ore stultorum”. Così recita un antichissimo detto, per dire che chi ride molto è uno stupido.
Poi Molière ci insegnò che “si piange con il cuore, ma si ride con il cervello”. E questo dimostra che ridendo si fa uso del cervello, non il contrario.
Quindi, in tempi più recenti, la risata è stata simbolicamente associata alla vita e alla gioia di vivere. È perciò, per sua stessa natura, contrapposta alla morte. Ridendo ci si rilassa e tutto il corpo ne acquista giovamento. 

Ridere consapevolmente significa comprendere una situazione e coglierne il senso umoristico. Ci va una certa acutezza ed empatia, non certo stupidità.
Ci sono battute sottili che non tutti sono in grado di cogliere e questo dipende anche dalle conoscenze che si hanno e dal grado di intelligenza interpersonale (quella che ci permettere di entrare in contatto con gli altri e le loro emozioni).

La comicità è molto cambiata nel tempo e segue anch'essa mode, tendenze di costume.
Un tempo si rideva molto per situazioni, che oggi possono risultare sciocche e poco divertenti, per esempio la situazione in cui una persona cade scivolando su una buccia di banana. 
Oggi questo tipo di comicità è rimasta per lo più relegata a un ambito infantile, mentre in età più adulta per stimolare la risata si ha bisogno di qualcosa di più.
Ognuno di noi può preferire un tipo di comicità rispetto ad un'altra. C'è chi ama le freddure, chi le detesta. C'è chi apprezza la comicità legata ai doppi significati delle parole.
C'è chi ama la comicità dei pagliacci, ma ad alcuni i clown fanno scattare una profonda malinconia più che un ridere spontaneo e benefico.
È importante guidare i bambini a comprendere la differenza tra i diversi tipi di comicità perché possano scegliere ciò che sentono maggiormente in sintonia con la loro persona.
Inoltre imparare a distinguere differenti tipi di comicità significa sapere analizzare le situazioni e questo rappresenta un esercizio mentale molto utile. Parlarne in classe con i compagni è ancora più utile perché stimola il confronto e la discussione.

venerdì 27 marzo 2015

La risata unisce

Quando si è in famiglia, in un gruppo di amici, in classe, la risata diviene anche espressione di  complicità, del trovarsi d'accordo. Non ridiamo tutti delle stesse cose. Ridere delle stesse battute significa condividere qualcosa. La risata unisce e ci rimette in sintonia con gli altri, siano essi gli autori delle battute o i nostri amici con i quali condividiamo lo spazio e il tempo per ridere, di fronte a uno spettacolo, a un film comico, o di fronte alla lettura di una storia divertente come può avvenire in classe. 

Quindi una valida attività per consolidare un gruppo può essere la lettura di un fumetto divertente o anche la stesura di un testo comico.
Si possono raccontare barzellette, situazioni comiche, per rappresentare poi degli sketch, affidando a ciascuno un determinato ruolo.

Barzellette per bambini

Dire Buongiorno fa bene perché è "salutare".

Pierino dice che, quando si sente male, parla più forte.

Pierino è convinto che il principio di Archimede sia ARCH.

Pierino vuole sapere dalla maestra se le isole pedonali si raggiungono a nuoto.

Pierino dice che il suo cane è così intelligente che non gli fa le feste, gliele organizza.

Pierino crede che l'equinozio sia un cavallo con poca voglia di lavorare.

Pierino dice che se sulla barca vela si rompe l'albero maestro, si monta l'albero supplente.

Pierino pensa che la vedova sia la moglie del vedovo.

Perino va a comprare le figurine PANINI in panetteria.

Quando c'è sciopero dei mezzi, la mamma di Pierino cerca di prendere l'altra metà.

Un ragazzo chiede a Pierino che è appena tornato dalle vacanze in giro per il mondo: - E dopo avermi promesso mari e monti che cosa mi hai portato dal tuo viaggio?
- Un atlante! - risponde Pierino.

La prossima estate Pierino vuole andare in vacanza a Monopoli perché quando arriva, se riesce a passare dal VIA, gli regalano 100 euro.

Un ragazzo dice a un amico: - In una libreria ho trovato un libro sul quale c'è scritto che contiene la soluzione del 50% dei problemi quotidiani.
- E tu cosa hai fatto?
- Ne ho acquistati due.

Differenti tipi di comicità

PERCHè SI RIDE?
In parte l’abbiamo già detto nei post precedenti del
laboratorio_della_risata
ridiamo perché cogliamo, in un discorso o in una situazione, un’alterazione nel corso normale degli eventi (anche una persona che scivola per strada, se non si è ferita gravemente, in genere, suscita il riso dei passanti…). Il riso è dunque un atto liberatorio, con il quale reagiamo d’istinto a circostanze inattese. 

Il primo ad analizzare con grande precisione l’origine del riso, è stato il filosofo francese Henri Bergson (1859-1941). Egli divide la comicità in cinque categorie fondamentali che sintetizziamo come segue.
1. COMICO DI FISIONOMIA: comicità provocata da un’alterazione del corpo o dei tratti del volto (come per esempio una smorfia buffa).

2. COMICO DI GESTO: comicità provocata da movimenti meccanici, ripetitivi quasi stereotipati (per esempio i tic nervosi oppure la gestualità buffa del clown).

3. COMICO DI CARATTERE: comicità che scaturisce dal modo di essere di una persona o dalle sue manie caratteriali (per esempio gli atteggiamenti tipici di un avaro, di un vanitoso, di una persona con atteggiamenti ossessivi o maniacali).

4. COMICO DI SITUAZIONE: comicità provocata, spesso involontariamente, da una situazione nella quale le persone agiscono in maniera inaspettata o contraria al consueto (come ad esempio un ladro che venga derubato da un ragazzino).

5. COMICO DI PAROLA: comicità che nasce da usi particolari della parola, di cui elenchiamo di seguito le modalità più ricorrenti.

Qual è la differenza tra comicità e umorismo?

Il riso ha una funzione importante e di questo ne ho parlato nei post precedenti, soffermandomi sulla liberazione delle endorfine che hanno importanti proprietà analgesiche e riequilibratrici dell’organismo.
La capacità di far ridere è un’arte tutt’altro che semplice. Ma quali sono i meccanismi che fanno scattare la risata? 
Innanzi tutto è importante effettuare una distinzione tra “comico” e “umoristico”.
“Comico” è tutto ciò che spinge al riso in modo immediato e spontaneo, in quanto la risata nasce dal fatto di cogliere, in una certa situazione, un contrasto rispetto alla normalità, una forma di rottura di schemi, un cambio di prospettiva. 
“Umoristico” è quanto spinge a un riso misto di riflessione ed empatia: si può dire che l’umorismo rappresenti una forma più sottile di comicità, basata sull’osservazione di aspetti insoliti e bizzarri della realtà che ne consentono una comprensione più profonda. 
Mentre la comicità è sempre espressione di gioia immediata e istintiva, nell’umorismo, invece, entra in gioco anche l’empatia per cui si può arrivare a provare una forma di tenerezza e malinconia per la persona o la situazione che in un primo momento ha suscitato in noi il riso. 

Luidi Pirandello
 Agrigento 1867- Roma 1936
Per capire meglio ciò, riporto un brano tratto da un celebre saggio di Pirandello:
“Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi goffamente imbellettata e parata di abiti giovanili. Mi metto a ridere.
Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse nessun piacere a pararsi
così, come un pappagallo, ma che forse ne soffre, e lo fa soltanto perché pietosamente si inganna che, parata così, nascondendo così le rughe e la canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario, mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico.” 
(da Luigi Pirandello, “Saggio sull’Umorismo”, 1908).

Quello che Pirandello chiama sentimento del contrario e che distingue lo scrittore umorista dal comico, è l’atteggiamento nei confronti della realtà considerata: nel comico manca di fatto la riflessione, per cui la risata provocata dal cosiddetto avvertimento del contrario, è genuina, impulsiva, spontanea. Nell’umorismo, il riso può diventare amaro, poiché interviene la riflessione che porta a prendere coscienza del dramma della condizione umana, cui si partecipa quasi con commozione.

Potere terapeutico del sorriso




Un sorriso non costa nulla
ma vale tantissimo.
Arricchisce chi lo riceve
ma non impoverisce chi lo dona.


Un sorriso apparentemente è effimero
dura soltanto pochi istanti
ma i suoi effetti sono durevoli
e può essere ricordato per sempre.

Nessuno è tanto ricco da poterne fare a meno
e nessuno è così povero da doverlo tenere per sé.
È una ricchezza che non si può comprare
né rubare, né prestare, si può solo regalare.

E se incontrerete qualcuno che non vi sorride
donategli comunque il vostro sorriso
perché nessuno ha più bisogno di un sorriso
di chi non è in grado di donarlo.

Imparare, pensare, mappe concettuali

Pensare non è sempre naturale ed imparare non è pensare.
Per pensare si intende una riflessione generativa.
In tale ottica imparare è un processo meno attivo di pensare.

Noi abbiamo essenzialmente due forme di pensiero. C’è innanzitutto il pensiero logico razionale che cerca di comprendere le cose facendo un semplice ragionamento che porta da A a B. Tale forma di pensiero (la più diffusa nelle situazioni scolastiche) si limita a scrutare la realtà e assorbirla.
Ma, oggi, si tende a lasciare più spazio al pensiero divergente in grado di muoversi da A a B con collegamenti (individuabili attraverso l'utilizzo di mappe mentali) in grado di arrivare a conclusioni, meno ovvie, non individuabili a prima vista.

Educare al pensiero creativo significa guidare il bambino affinché sappia ridefinire i problemi (problem setting) e cercare nuove strategie per affrontarli (problem solving). Quindi non solo ragionare su schemi già appresi con il pensiero deduttivo, ma imparare a far uso in modo autonomo e spontaneo del pensiero esplorativo e produttivo.

Patch Adams e la clownterapia


Il medico Patch Adams sposò l’idea di poter aiutare i pazienti con le risate e portò i clown in corsia per affiancare alle classiche cure, la clownterapia. Ecco che la terapia del sorriso entra a far parte delle terapie dolci, confermandoci il vecchio proverbio “il riso fa buon sangue”.
La risata rappresenta da sempre una forma di difesa, spesso inconsapevole, per  superare la drammaticità di certe situazioni e scongiurare complicazioni psico-fisiche. 
Molte persone reagiscono a situazioni tristi e difficili, ridendo in modo apparentemente ingiustificato, ma questo rappresenta in certi casi una modalità per ristabilire nel cervello una condizione biochimica necessaria al mantenimento delle funzionalità fisiche, quindi è un modo alternativo per ripristinare nel corpo una sorta di equilibrio reagendo al dolore con risate che agli occhi degli altri potrebbero risultare fuori luogo. 

Un genitore che conoscere le problematiche del figlio e un insegnante preparato sapranno valutare e comprendere che si verificano situazioni in cui i bambini possono reagire allo stress o alla tristezza con risate nervose, utili al loro fisico per ripristinare i livelli di endorfina.

Relazione tra comicità e creatività

In generale la risata scatta quando ci si trova davanti a un cambio di situazione inaspettato, che ci sorprende improvvisamente.
Per questo motivo la comicità ha molto in comune con la creatività.
Ora mi spiego meglio.
Il culmine della creatività è rappresentato dal lampo di genio, la lampadina che si accende, l'idea che irrompe. Quindi dopo aver cercato una soluzione a un problema apparentemente irrisolvibile, di colpo siamo in grado di vedere la situazione da un punto di vista illuminante e la soluzione ora è lì, inaspettatamente a portata di mano. 
Come è successo ad Archimede quando cercava un modo per calcolare il volume di un oggetto dalla forma irregolare. Stava facendo il bagno, immerso in una tinozza (se avesse fatto la doccia l'idea non gli sarebbe venuta) quando di colpo venne folgorato da un guizzo geniale ed esclamo: Eureka!
Entrando nella tinozza osservò che il livello dell'acqua era salito, capì così che il volume di acqua spostata doveva essere uguale al volume della parte del suo corpo immersa.

Nell'immagine appare una stampa del XVI secolo che mostra Archimede nella vasca da bagno. In basso a destra si trova la corona di Gerone di Siracusa che voleva sapere se l'oro impiegato per realizzare la sua corona era quello che era stato consegnato all'orefice oppure se costui lo aveva imbrogliato trattenendosi parte dell'oro.

L'idea arriva all'improvviso quando si arriva all'apice della creatività; anche la risata si scatena improvvisamente. In entrambi i casi (l'idea creativa e la risata) si scatenano grazie a un cambio repentino del punto di vista. 
Anche in molte barzellette si verifica questo. Fino a un certo punto l'ascoltatore crede una cosa e poi, di colpo, si capisce che si trattava di altro e questa sorpresa scatena la risata.
Tutto ciò presuppone elasticità mentale e arguzia.

Per capire come il cambio del punto scatena la risata, leggete il testo di questa barzelletta.

Un paziente doveva farsi operare e poiché era un po' pauroso aveva seguito un corso di gestione dell'ansia.
Il giorno dell'intervento quando è già in sala operatoria, mentre il chirurgo e l'anestesista si infilano i guanti, la paura lo assale e scappa a gambe levate.
Raccontando questo episodio a un amico, questi lo guarda sbalordito e gli domanda: 
- Avevi fatto il corso per dominare l'ansia, non ti è servito?
- Dopo il corso mi sentivo più forte e coraggioso, ma poi quando ho udito l'anestesista che diceva "coraggio andrà tutto bene, non bisogna avere paura" a quel punto non ce l'ho più fatta e sono scappato di corsa.
- Ma perché???
- Quelle parole non le diceva a me, stava parlando con il chirurgo!

Differenti tipi di umorismo e intelligenza


Il riso abbonda sulla bocca degli stolti, dal latino “Risus abundat in ore stultorum”. Così recita un antichissimo detto, per dire che chi ride molto è uno stupido.
Poi Molière ci insegnò che “si piange con il cuore, ma si ride con il cervello”. E questo dimostra che ridendo si fa uso del cervello, non il contrario.
Quindi, in tempi più recenti, la risata è stata simbolicamente associata alla vita e alla gioia di vivere. È perciò, per sua stessa natura, contrapposta alla morte. Ridendo ci si rilassa e tutto il corpo ne acquista giovamento. 

Ridere consapevolmente significa comprendere una situazione e coglierne il senso umoristico. Ci va una certa acutezza e non stupidità.
Ci sono battute sottili che non tutti sono in grado di cogliere e questo dipende anche dal bagaglio culturale alle spalle.

La comicità è molto cambiata nel tempo e segue anch'essa mode, tendenze di costume.
Un tempo si rideva molto per situazioni, che oggi possono risultare sciocche e poco divertenti, per esempio la situazione in cui una persona cade scivolando su una buccia di banana. 
Oggi questo tipo di comicità è rimasta per lo più relegata a un ambito infantile, mentre in età più adulta per stimolare la risata si ha bisogno di qualcosa di più.
Ognuno di noi può preferire un tipo di comicità rispetto ad un'altra. C'è chi ama le freddure, chi le detesta. C'è chi apprezza la comicità legata ai doppi significati delle parole.
C'è chi ama la comicità dei pagliacci, ma ad alcuni i clown fanno scattare una profonda malinconia più che un ridere spontaneo e benefico.
È importante guidare i bambini a comprendere la differenza tra i diversi tipi di comicità perché possano scegliere ciò che sentono maggiormente in sintonia con la loro persona.
Inoltre imparare a distinguere differenti tipi di comicità significa sapere analizzare le situazioni e questo rappresenta un esercizio mentale molto utile. Parlarne in classe con i compagni è ancora più utile perché stimola il confronto e la discussione.

martedì 24 marzo 2015

Rebus per bambini della scuola primaria

Lavoretto in tema di primavera

Per la realizzazione di questo lavoretto sul tema della primavera, utilizza carte e cartoncini di recupero. Arricchisci la tua opera inserendo ritagli di stoffa, fili di lana, bottoni, foglie... facendo largo uso della tua creatività.

sabato 21 marzo 2015

Gli habitat naturali spiegati ai bambini

Proteggere e amare le piante

Anche le piante, come noi, nascono, crescono, invecchiano e poi muoiono. Ci sono piante che vivono una sola stagione altre come gli ulivi che sono ultracentenarie, e sono chiamate piante secolari.
Come noi le piante si possono ammalare e questo accade se sono attaccate da agenti esterni come l'inquinamento dell'aria (smog) o l'inquinamento del terreno. Oppure possono essere attaccate da animali parassiti.
Per il nostro bene sul pianeta è importante proteggere le piante perché senza di loro che purificano l'aria continuamente, assorbendo l'anidride carbonica e regalandoci l'ossigeno, la nostra vita sarebbe impossibile. Impariamo ad apprezzare le piante e ad amarle.

Illustrazione di Emanuela Carletti

La primavera e i bambini

I bambini accolgono con gioia l'arrivo della primavera. Guardano con stupore le trasformazioni attorno a loro. Le prime gemme, le rondini, i colori vivaci...

Illustrazioni di Pucci Violi

venerdì 20 marzo 2015

Filastrocca sulla primavera

Illustrazione di Chiara Gobbo

Neonato, neomamma, neopapà

Illustrazione di Vince Ricotta

Archetipi e stereotipi nei miti delle fiabe

Illustrazione di Matilde Domestico
L’archetipo, in filosofia, è il modello primitivo delle cose. In psicanalisi, secondo Jung, è il contenuto dell’inconscio collettivo, cioè le idee innate o la tendenza a organizzare il pensiero secondo modelli ereditati dalla nostra cultura. L’archetipo non è un modello rigido, ma muta lentamente con l’evolversi della società, mentre lo stereotipo è la parte più fossilizzata dell’archetipo ed è spesso alla base di molti pregiudizi sociali. 
La crescita psicologica di ogni bambino è fortemente condizionata dagli archetipi e dagli stereotipi. 
Nello sviluppo della personalità i processi di identificazione e mitizzazione sono importanti. Nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza il processo di mitizzazione riguarda persone con cui il bambino è in relazione (genitori, insegnanti, parenti, amici), personaggi socialmente affermati (cantanti, attori, sportivi), eroi della narrativa letteraria o filmica.
Nei processi educativi gli archetipi andrebbero riproposti con letture diverse più consone a un ambiente socio-culturale mutato negli anni. Ma, se gli archetipi per la loro natura dinamica, permettono una vasta gamma di figurazioni, gli stereotipi si presentano come modelli poco flessibili e adattabili, irrigiditi da uno schematismo che non permette rielaborazioni.
Proviamo a fare un esempio: il mito del Principe Azzurro nella fiaba di Cenerentola.

Dal seme alla pianta, al frutto


giovedì 19 marzo 2015

Filastrocca su Pierino birichino

Filastrocca sul bagnetto

Ecco una filastrocca per far capire, ai bambini più piccoli, quanto il bagno sia importante per la cura del nostro corpo.

Illustrazione di Silvana Cianciolo

Animali che nascono dall'uovo

Particolari differenti nelle vignette

Cerca cinque particolari differenti nelle due vignette, che al primo sguardo possono apparire perfettamente uguali.

Illustrazioni di Silvana Cianciolo

Perché il girasole si gira?

Il girasole è una pianta caratterizzata da un grosso fiore giallo o arancione e da un fusto molto alto con grandi foglie.
Il nome deriva dal fatto che il fiore, durante la giornata, lentamente si gira.
Questo movimento lo compie per orientarsi verso la direzione del sole e si chiama movimento eliotropico.

L'inserimento al nido o alla scuola d'infanzia

Quando giunge il momento di iniziare a frequentare l’asilo nido o la scuola d’infanzia, per affrontare il momento del distacco dall’ambiente di casa, si pratica il cosiddetto “periodo di inserimento” in cui il bambino inizia a frequentare il nuovo ambiente e a soggiornarvi per poche ore in compagnia di una persona a lui vicina affettivamente (mamma, papà, nonna, nonno).
Nel bambino piccolissimo, cioè di pochi mesi, il distacco è vissuto meno drammaticamente che nel bambino di uno o due anni perché, in quest’ultimo caso, il bambino vive l’allontanamento come un abbandono.

mercoledì 18 marzo 2015

Filastrocca sulle dita della mano

Un cagnolino da amare

Illustrazione di Pucci Violi

Esopo e Fedro, due grandi favolisti

Esopo, uno schiavo greco, è stato il primo scrittore di favole.
Osservava e poi rifletteva sul comportamento delle persone e gli piaceva ironizzarci sopra.
Per poter parlare dei vizi di re e imperatori, senza farsi arrestare, trasformò i personaggi di cui voleva parlare in animali.

Il secondo favolista è stato Fedro, era romano ed è stato schiavo di Augusto che ha poi deciso di liberarlo per le sue spiccate capacità letterarie.
Fedro inziò a scrivere fin da giovanissimo. Tra il 20 a.C. e il 50 d.C. ha vissuto sotto Augusto, Tiberio e Claudio.
Ha tradotto in latino e fatto conoscere le favole di Esopo.

martedì 17 marzo 2015

Come si muovono gli animali

Non facciamo soffrire gli animali

Gli animali ci vogliono bene, è giusto quindi che si stabilisca tra esseri umani ed esseri animali un rapporto di amore reciproco. Gli animali vanno rispettati. Loro rappresentano molto nella vita degli esseri umani ed è giusto prendersi cura di loro nel miglior modo possibile senza mai farli soffrire.

Illustrazioni di Fulvia Foglizzo

Il momento del pranzo a scuola

Il momento del pranzo alla scuola dell'infanzia.
Il pranzo non rappresenta solo un momento in cui nutrirsi di cibo, ma anche di nuove esperienze per crescere insieme, assaporando nuovi piatti e il piacere di condividere.

Illustrazioni di Maria Mantovani

Esseri viventi e non viventi - Regno animale, vegetale, minerale

Attorno a noi possiamo trovare:
- esseri viventi (persone, animali, piante)
- esseri non viventi (terra, pietre, nuvole) 
Gli esseri viventi appartengono al regno animale (persone, animali) oppure al regno vegetale (piante).
Gli esseri non viventi appartengono al regno minerale.
Il regno animale, il regno vegetale e il regno minerale rappresentano i tre regni presenti in natura.

Illustrazione di Fulvia Foglizzo

Le catene biologiche spiegate ai bambini

Filastrocca sulla scuola dell'infanzia

Illustrazione di Maria Mantovani

sabato 14 marzo 2015

Mappa concettuale sulle emozioni - Corso di grafica - Lezione 14

Può essere utile realizzare una mappa concettuale per imparare a classificare le emozioni distinguendo tra:
- emozioni di fondo (entusiasmo, scoraggiamento)
- emozioni primarie (dolore, gioia, paura, rabbia, disgusto, sorpresa)
- emozioni secondarie (che si generano sulla base dell'esperienza; esempi: terrore, beatitudine, dubbio...)
La rappresentazione grafica dell'albero è utile per spiegare che tutti noi abbiamo alla base (radici dell'albero) una predisposizione che ci porta a essere in prevalenza entusiasti e positivi, oppure pessimisti e scoraggiati.
Tuttavia queste emozioni di fondo, possono essere mutevoli anche nella singola persona, nonostante il fatto che una delle due sia per lo più prevalente sull'altra, a seconda del temperamento.
I rami principali dell'albero rappresentano le sei emozioni primarie.

Invitare i bambini a trovare altre modalità di rappresentazione delle emozioni.
Per esempio le emozioni potrebbero essere disegnate nel cielo: il sole può essere la gioia, un uragano può essere la rabbia, la sorpresa può essere una stella... le nuvole rosa o grigie possono essere le emozioni di fondo di entusiasmo o scoraggiamento.

lunedì 9 marzo 2015

Lavoretto per Pasqua con le uova di cera

Ecco un simpatico e originale lavoretto da realizzare come decorazione di Pasqua.
Questa proposta è a cura di Lucrezia Giarratana.
È necessaria la presenza di un adulto.


domenica 8 marzo 2015

Donne pittrici, grandi artiste nella storia

Volgendo uno sguardo al passato, ci viene da riflettere sul fatto che la storia annoveri così tanti artisti di genere maschile e pochi di genere femminile. La spiegazione riguardo a questo dato sta nel fatto che un tempo alle donne venivano offerte, rispetto agli uomini, possibilità di studiare molto ridotte.
La donna, simbolo del focolare domestico, era poco invogliata a studiare o addirittura veniva osteggiata. Doveva infatti prendersi cura dei figli, degli anziani della famiglia e dedicarsi totalmente alla vita domestica. Le sue attività per il tempo libero erano per lo più il ricamo o la buona cucina.
Per questo, le poche artiste che hanno avuto la possibilità di studiare erano generalmente figlie di artisti affermati, quindi hanno avuto modo di apprendere nella bottega dei padri. Iscriversi nelle scuole più prestigiose era assai difficile per una donna, forse quasi impossibile.
Inoltre va detto che seppure le grandi artiste del passato fossero poche, ci sono comunque state, ma la storia non ha prestato grande attenzione al loro operato, quindi si è parlato poco del loro ingegno e della loro arte, ritenendola qualcosa di marginale all'interno del panorama artistico di appannaggio maschile.
In queste due pagine tratte da VivacementeDue desidero dare rilievo all'operato di talentuose donne del passato.
LESSICO: si dice talentoso o  talentuoso?
Siamo andati a documentarci presso il sito dell'Accademia della Crusca e abbiamo trovato quanto segue.
L'aggettivo talentoso o talentuoso è registrato nei vocabolari con alcune differenze; in sostanza ha due significati: il primo è "desideroso di talento", il secondo è "dotato di talento".


venerdì 6 marzo 2015

Filastrocca sui colori e sull'ambiente

Dedichiamo più tempo ai bambini

Illustrazione di Emanuela Carletti
Papà giochi con me?

C’era una volta, in una città molto lontana, un bambino che viveva con mamma e papà. La città era molto bella perché aveva delle grandi strade, dei grandi palazzi, delle grandi scuole. Le macchine correvano di qua e di là, tutti avevano fretta, sembrava che il tempo non bastasse mai perché le cose da fare erano tante e quindi tutti correvano. Anche i genitori di Diego avevano una bella casa, una bella macchina e correvano perché avevano tante cose da fare. La mattina Diego andava a scuola: un giorno lo accompagnava il suo papà, un giorno la mamma.

giovedì 5 marzo 2015

Castelli e fantasmi per superare le paure

Le storie relative a temi un po' misteriosi affascinano i bambini e nel contempo li aiutano ad affrontare e superare le paure come per esempio quella del buio.