martedì 25 luglio 2017

Le esperienze ottimali (eudaimoniche) dette anche "Flow". La gratificazione

Illustrazione di Pucci Violi
Le esperienze eudaimoniche, esperienze vissute in sintonia con la propria natura, esternando i propri talenti, conducono gli individui che le vivono lungo un percorso di crescita benefico, arricchente, appagante. Per questo motivo tali esperienze sono definite “esperienze ottimali”, proprio perché in grado di infondere benessere sia a livello psicologico che fisico.
Provate a pensare a pittori, scrittori, musicisti che riescono a dare il meglio di loro stessi traendo da questo una profonda gratificazione, paragonabile a uno stato di estasi.
Certamente non è necessario essere artisti a grandi livelli, ognuno di noi può trarre grandi soddisfazini e gratificazioni appassionandosi al proprio lavoro o a un hobby per il quale si prova una particolare attrattiva e si intuisce una buona predisposizione.
Anche i bambini possono provare le esperienze ottimali, nello sport, nel disegno, coltivando le loro abilità in maniera creativa.
Bisogna tenere presente che un'esperienza per essere definita ottimale, quindi in grado di apportare un beneficio psicofisico, deve essere coinvolgente a livello profondo.
Un’attività che piace solo in parte, che diventa ripetitiva e poi ossessiva, o che annoia, non è certo una esperienza ottimale.
Un’attività che inizialmente piace e non annoia, ma per la quale non si è predisposti, potrebbe richiedere un livello di sforzo esagerato e finirebbe col generare ansia.

Edonia (Kahneman), Eudaimonia (Ryan, Deci)

Daniel Kahneman, Tel Aviv 1934
Nell’ambito della cosiddetta "Psicologia Postiva" distinguiamo due prospettive filosofiche, che hanno diversi aspetti in comune ma presentano anche sostanziali differenze: la prima è la prospettiva edonica (Kahneman, Diener e Schwarz), la seconda è la prospettiva eudaimonica (Waterman, Ryan e Deci).

Lo psicologo Daniel Kahneman definisce la “psicologia edonica” lo studio di “ciò che rende le esperienze e la vita piacevoli o spiacevoli”. 
Kahneman identifica nella massimizzazione della felicità umana il suo scopo principale e associa il benessere principalmente alla dimensione affettiva e alla soddisfazione di vita.
La prospettiva edonica trova le sue basi filosofiche nella teoria di Aristippo del terzo secolo a.C. che definiva il piacere come bene esclusivo da ricercare, conseguibile attraverso la capacità di mantenere il controllo nelle situazioni avverse, mantenendo un adeguato adattamento ed equilibrio. Lo scopo della vita veniva identificato nella sperimentazione della massima felicità, risultato della somma dei singoli momenti edonici.

Il fondamento filosofico della prospettiva eudaimonica può essere rintracciato negli studi di Aristotele. Il filosofo greco fu il primo a introdurre il termine eudaimonia e criticò aspramente l’idea di felicità intesa come semplice soddisfacimento di appetiti e desideri, andando a contrapporre “la vita piacevole” con “la vita buona”.

venerdì 21 luglio 2017

La durata della gestazione negli animali

Negli esseri umani la durata della gravidanza è di 266 giorni.

Ecco una tabella relativa alla durata della gravidanza di alcuni animali.

20 giorni TOPO

30 giorni  CONIGLIO

35 giorni  LEPRE, MARMOTTA

38 giorni  CANGURO

42 giorni  CASTORO

51 giorni  VOLPE

58 giorni  GATTO

63 giorni  CANE, LUPO

90 giorni  LEOPARDO

105 giorni  LEONE, TIGRE

112 giorni  MAIALE

150 giorni  PECORA

210 giorni  ORSO, SCIMPANZE'

230 giorni  IPPOPOTAMO

240 giorni CERVO

275 giorni DELFINO

280 giorni BOVINI

305 giorni  BALENA

336 giorni CAVALLO

362 giorni ASINO

365 giorni SALAMANDRA PEZZATA

435 giorni GIRAFFA

600 giorni ELEFANTE indiano

700 giorni ELEFANTE asiatico

1400 giorni SALAMANDRA NERA delle Dolomiti

Le due bisacce - favola di Esopo

Quando il creatore ebbe fatto l'uomo, gli mise sulle spalle due bisacce, una piena dei difetti degli altri e l'altra piena dei propri difetti; quella con i propri difetti penzolava sulla schiena mentre l'altra sul davanti.
Ecco perché l'uomo vede subito i difetti altrui e non i propri.
Esopo

La morale della favola è che 
bisogna guardare anche i propri difetti e non soltanto quelli degli altri.

I figli discordi - favola di Esopo

I figli di un contadino non andavano d'accordo, ed egli,
per quanto continuasse ad ammonirli, non riusciva a correggerli.
Pensò allora di ricorrere ad un esempio pratico,
e disse loro di portargli un fascio di verghe.
Unì le verghe in un fascio ben stretto,
le consegnò ai figli e ordinò loro di spezzarle,
ma per quanti sforzi facessero non ci riuscirono.
Allora sciolse il fascio e diede loro le verghe una ad una,
e siccome le rompevano senza difficoltà, soggiunse:
– Così anche voi, figli miei, se sarete uniti,
non sarete sopraffatti dai nemici,
ma se litigherete, offrirete loro una facile preda.
Esopo

La morale della favola è che
l'unione fa la forza. 

Il pipistrello e le donnole

Un pipistrello cadde a terra
e subito fu azzannato da una donnola,
ma mentre questa stava per ucciderlo
la pregò di risparmiarlo.
Lei disse che odiava tutti gli uccelli
e che quindi l'avrebbe ucciso.
Allora il pipistrello le spiegò
che non era un uccello ma un topo,
e così ebbe salva la vita.

Tempo dopo cadde di nuovo
e un'altra donnola lo prese
e alle sue suppliche rispose che
odiava tutti i topi.
Allora il pipistrello spiegò che
non era un topo ma un uccello,
e anche questa volta ebbe salva la vita.

Esopo

La morale della favola è che ogni volta bisogna adattarsi alle circostanze, trovando strategie diverse per sopravvivere.

giovedì 20 luglio 2017

La durata della vita degli animali

Spesso si rimane sorpresi di fronte al fatto che animali tanto grandi abbiano una vita molto più breve in relazione ad altri di dimensioni minori che possono diventare centenari.
Per esempio un dromedario, con le sue ragguardevoli dimensioni (può raggiungere i 3-4 metri di lunghezza, l'altezza da terra alla punta della gobba raggiunge anche i 2-3 metri, pesa in media 450 kg) vive circa 40 anni. Invece, un pappagallo della specie "Ararauna" (alto fino a 90 cm, considerando anche la coda) può vivere fino a 100 anni.

Quanto dura la vita media degli animali

Ape 1-2 mesi
Ape regina 3-5 anni
Aquila 25 anni
Asino 30-40 anni
Cammello 40 anni
Canarino 10-20 anni
Cane della prateria 10 anni
Cane 10-16 anni (dipende dalla razza)
Cavallo 20-25 anni
Canguro 12-20 anni
Cervo 18-20 anni
Coniglio 5-8 anni
Criceto 2-3 anni
Daino 18 anni
Dromedario 40 anni
Farfalla 2-15 giorni (alcune specie che fanno eccezione come la cedronella che può vivere 1 anno)
Formichiere 25-30 anni
Furetto 8-10 anni
Gabbiano 10-20 anni (o più, non vi è una casistica certa)
Gallina 10 anni
Gambero 2 anni
Gatto 13-16 anni
Ghepardo 12-14 anni
Giraffa 30 anni
Gorilla 50 anni
Gru 40 anni
Gufo 20 anni
Iguana 10-13 anni
Ippopotamo 40-50 anni
Leone 16 anni
Libellula 3-4 settimane
Lucertola 10 anni
Mosca 2-3 anni
Mucca 20 anni
Orca 70-100 anni
Orso bruno 15 anni
Pappagallo Ararauna 100 anni
Pellicano 30 anni
Pesce rosso 20-30 anni
Piccione 2-3 anni
Pinguino Imperatore 20 anni
Pitone 30-40 anni
Procione 12 anni
Riccio di mare 4-8 anni
Rinoceronte 60 anni
Rondine 4 anni
Scorpione 4 anni
Scimmia 15-20 anni
Scoiattolo 5-7 anni
Squalo della Groenlandia 400 anni
Stella marina 7-10 anni
Struzzo 50-60 anni
Tartaruga 35-50 anni
Tartaruga gigante 100-140 anni
Tigre 10-15 anni
Topo 2-3 anni
Trota 5-10 anni
Zanzara maschio 5-10 giorni
Zanzara femmina 15 giorni - 9 mesi

lunedì 17 luglio 2017

Animali nello stagno

Disegnare sui quadretti rilassa la mente, migliora la manualità e la coordinazione occhio-mano.
Queste attività, molto praticate 40-50 anni e poi abbandonate, sono state oggi riscoperte per il loro valore che era stato ingiustamente sottostimato negli ultimi decenni.

Fondale marino facile da disegnare

Disegnare sui quadretti è un'attività rilassante e distensiva, come colorare i mandala.

martedì 11 luglio 2017

Impatto zero sul pianeta Terra

Il neologismo “impatto zero” vuol puntualizzare la necessità di impegnarci tutti per salvare il nostro pianeta. Innanzi tutto riducendo l’inquinamento, poi evitando di sciupare le sue risorse e, infine, salvaguardando la flora e la fauna per mantenere la biodiversità.
In sostanza, “impatto zero” indica lo stile di vita consapevole di coloro che decidono di azzerare la propria impronta sul pianeta, con vari accorgimenti:
utilizzando elettrodomestici a basso consumo, auto non inquinanti o ancora meglio biciclette e mezzi pubblici;
piantando alberi;
differenziando i rifiuti;
evitando gli sprechi, riciclando tutto ciò che è riutilizzabile e gettando via solo ciò che risulta davvero inservibile;
Adottare questo stile di vita, significa riuscire a determinare un impatto non distruttivo sul pianeta, perseguendo uno sviluppo sostenibile che è l’unico modo per difendere la salute nostra e dei nostri discendenti.
“Impatto zero” è l’obiettivo di una popolazione informata, collaborativa e lungimirante.

Illustrazione di Pucci Violi

La donnola e il gallo - favola di Esopo

Una donnola aveva preso un gallo e cercava un pretesto plausibile per mangiarlo.
Cominciò allora ad accusarlo di essere molesto agli uomini, perché cantando non li lasciava dormire.
Ma il gallo si difendeva affermando che lo faceva nel loro interesse, affinché si svegliassero per attendere alle faccende quotidiane.
E lo accusava di violare le leggi di natura, accoppiandosi con sua madre e le sue sorelle.
Ma egli asseriva che anche questo lo faceva nell'interesse del padrone, perché così le galline facevano molte uova.
Allora la donnola esclamò:
– Sì, certo, sai trovare delle belle giustificazioni. Ma io non voglio per questo rimanere a bocca asciutta! – E se lo divorò.
Esopo

La favola vuole metterci in guardia dai malvagi che, quando vogliono compiere un sopruso, inventano qualsiasi pretesto.

I due viandanti e l'orso - favola di Esopo

Due amici viaggiavano insieme, quand'ecco apparire davanti a loro un grosso orso.
Uno di loro salì veloce su un albero e si nascose, mentre l'altro, che stava per essere preso, si gettò al suolo fingendo di essere morto.
L'orso gli avvicinò il muso, annusandolo, ed egli tratteneva il respiro, perché, a quanto pare, l'orso non tocca i cadaveri.
Quando l'orso si fu allontanato, quello sull'albero discese e chiese:
– Che cosa ti ha detto nell'orecchio quando ti annusava? 
– Di non viaggiare mai più con un compagno che, nel pericolo, non rimane al tuo fianco. 
Esopo

La favola ci insegna che le disgrazie
mettono alla prova la solidarietà delle persone.

I viandanti e il platano - favola di Esopo

Un giorno d'estate, quando il sole era alto, due viandanti accaldati e stanchi videro un platano e si sdraiarono alla sua ombra per riposare.
Poi, levato lo sguardo verso il platano, presero a dire che quell'albero così sterile era inutile agli uomini. Ma l'albero rispose:
– Ingrati! Mi accusate di essere sterile e inutile, mentre ancora state godendo dei miei benefici. 
Esopo

La favola ci insegna che spesso non notiamo chi ci fa del bene ed è generoso con noi, invece dovremmo saper osservare ed essere grati.

I vasi - favola di Esopo

Un vaso di terra cotta e un vaso di rame galleggiavano trascinati dalla corrente di un fiume.
Il vaso di terra cotta diceva a quello di metallo:
– Nuota al largo, non al mio fianco,  perché, anche se non ho nessuna voglia di toccarti, basta che tu mi tocchi e io vado in frantumi. 
Esopo

La favola ci fa capire che i più deboli rischiano di essere svantaggiati se i più forti non prestano attenzione e non si curano di loro.

Il taglialegna ed Ermes - favola di Esopo

A un taglialegna cadde la scure nel fiume, presso cui stava lavorando.
Non sapendo cosa fare, si sedette sulla sponda del fiume e pianse.
Quando Ermes lo venne a sapere, si impietosì, si tuffò nel fiume e portò su una scure d'oro, chiedendogli se era quella che aveva perso.
L'uomo rispose di no, ed Ermes, tuffatosi di nuovo, ne portò su una d'argento; poiché l'uomo dichiarava che non era la sua, Ermes si tuffò ancora e portò fuori la sua.
Allora il taglialegna disse che si trattava di quella che aveva perso, ed Ermes, soddisfatto della sua onestà, glie le diede tutte e tre.
Tornato tra gli amici, il boscaiolo racconto dell'accaduto, ma uno di essi pensò di poterne ricavare un uguale profitto; andò al fiume, gettò nell'acqua la sua scure e pianse.
Anche a lui comparve Ermes e, chiestogli del motivo del suo pianto, si tuffò, portò su una scure d'oro e gli chiese se era la sua:
– Sì, è proprio quella ! – rispose esultante.
Il dio, indignato di tanta sfacciataggine, non solo si tenne la scure d'oro, ma non gli riportò nemmeno la sua.
Esopo

La morale della favola è che
non bisogna fare i furbastri perché
alla fine solo l'onesta viene premiata.

Ermes: dio greco dell'astuzia

La canna e l'ulivo - favola di Esopo

La canna e l'ulivo discutevano di resistenza, di forza e sicurezza,
e l'ulivo rinfacciava alla canna di essere debole
e di piegarsi a tutti i venti.
La canna a queste critiche non rispondeva.
Un giorno si levò una violenta bufera e la canna,
per quanto scossa e piegata dalle raffiche di vento,
ne uscì salva senza difficoltà; ma l'ulivo, che cercava di resistere ai venti,
fu sradicato dalla loro violenza.
Esopo

La morale della favola mostra è che,
in certe circostanze, è meglio adattarsi alle difficoltà
piuttosto che opporsi senza flessibilità.

La volpe e l'uva - favola di Esopo

Una volpe affamata vide dei grappoli d'uva che pendevano da un pergolato e tentò di afferrarli. Ma non ci riuscì.
– Robaccia acerba ! – disse fra sé e sé, e se ne andò.
Esopo

Questa favola vuole spiegare che
anche gli esseri umani, quando non riescono a raggiungere un obiettivo, trovano una scusa.

La cornacchia e la brocca - Esopo

Non solo le volpi ma anche le cornacchie sono astute. Questa è la storia di una cornacchia molto astuta e creativa.
Illustrazione di Chiara Gobbo

L'aquila dalle ali mozze e la volpe

Un'aquila fu catturata da un uomo
che le mozzò le ali e la mise tra il pollame di casa.
L'aquila stava a capo chino e non mangiava per il dolore:
sembrava un re in catene.
Poi la comperò un altro, che le strappò le penne mozzate
e con uno speciale unguento le fece ricrescere.
Allora l'aquila prese il volo, catturò una lepre
e la donò all'uomo che la guarì.
Ma la volpe che la vide ammonì:
– I regali devi farli anche al padrone di prima:
questo è già buono per natura;
l'altro invece è meglio che tu lo rabbonisca,
perché se ti dovesse catturare di nuovo
non ti mozzi le ali. 
Esopo

La morale della favola è che
va bene ricambiare i benefattori,
ma bisogna anche rabbonire i malvagi 
per scongiurare futuri pericoli.

Il pescatore che batteva l'acqua

Un pescatore pescava in un fiume.
Dopo aver teso le reti dall'una all'altra riva,
batteva l'acqua con una pietra legata a una corda,
perché i pesci, fuggendo all'impazzata,
andassero ad impigliarsi nella rete.
Vedendolo intento a questa operazione, un'abitante del luogo
lo rimproverava perché insudiciava il fiume
e non permetteva loro di bere un po' d'acqua limpida.
Ma il pescatore rispose:
– Se non intorbidisco l'acqua, io non posso procurarmi il cibo. 
Esopo

Questa favola riflette sul fatto che per certe persone senza scrupoli creino disagio negli altri e compromettano l'ambiente circostante al fine di aumentare i loro gli affari.

L'abete e il rovo - Esopo

L'abete si vantava con il rovo:
– Io sono alto, bello, slanciato,
io sono forte e servo per costruire
le travi dei tetti e le navi.
Come osi misurarti con me?
Ma il rovo replicò:
– Se ti ricordassi della scure e della sega
chi ti fanno a pezzi,
forse preferiresti essere un rovo.

La morale della favola è che
non è saggio esaltarsi vantando i propri pregi.

L''astronomo - favola di Esopo

Un astronomo aveva l'abitudine di uscire
tutte le sere a studiare le stelle.
Una notte che s'aggirava nella campagna
con tutta la mente rivolta al cielo, cascò in un pozzo.
Mentre si lamentava e gridava, un passante gli si avvicinò.
Saputo cos'era capitato, gli disse:
"Mio caro, tu cerchi di sapere quello che c'è nel cielo,
e intanto non vedi quello che c'è sulla terra ".
Esopo

Questa favola è per quelle persone
che si vantano di cose incredibili,
mentre non sanno fare le cose più semplici.

L'asino e le cicale - Esopo

Sentendo cantare le cicale, un asino,
pieno d'invidia per quella voce melodiosa,
chiese loro che cosa mangiavano per poter emettere tali suoni.
"Rugiada" - risposero quelle; e l'asino, aspettando che scendesse la rugiada, morì di fame.
Esopo

La morale della favola è che
quando si hanno aspirazioni incompatibili con la propria natura, si rischia di procurarsi dei guai.

La gallina dalle uova d'oro - Esopo

Un tale aveva una gallina che faceva le uova d'oro,
e pensava che dovesse avere molto oro nelle viscere.
Allora, per averlo tutto, decise di ucciderla,
ma dovette constatare che all'interno era fatta come tutte le altre.
Così, per la speranza di trovare la ricchezza tutta in una volta,
si privò anche del modesto ma sicuro provento.
Esopo

La morale della favola è che 
bisogna accontentarsi di quello che si ha, 
invece di essere insaziabili.

Le rane vicine di casa - Esopo

Due rane erano vicine di casa:
una abitava in uno stagno profondo e discosto dalla strada,
l'altra in una pozzanghera sulla strada stessa.
Quella dello stagno consigliava all'altra di trasferirsi da lei,
per godere una vita più comoda e più sicura,
ma questa non le dava retta e diceva
che non poteva staccarsi dalla sua dimora abituale;
ma un brutto un giorno passò di li un carro che la schiacciò.
Esopo

La morale della favola è che
non bisogna essere disposti a subire il peggio
per timore di cambiare le proprie abitudini.

La tartaruga e l'aquila

Una tartaruga pregava l'aquila perché le insegnasse a volare,
e più questa cercava di dimostrarle che era contro natura,
più quella insisteva nella sua richiesta.
Allora l'aquila l'afferrò con i suoi artigli,
la sollevò in alto, e poi la lasciò cadere.
La tartaruga cadde su una roccia e si fracassò.
Esopo

La morale della favola è che non bisogna scimmiottare gli altri perché può essere controproducente.

La capra e l'asino - Esopo

Un tale possedeva una capra e un asino.
La capra, che era invidiosa dell'asino perché gli davano molto da mangiare,
andava dicendogli che lo maltrattavano, ora facendogli girare la macina,
ora caricandolo di pesi, e lo consigliava di fingersi epilettico
e di lasciarsi cadere in un fosso, se voleva sottrarsi alle fatiche.
L'asino le diede retta: si buttò giù e si ruppe le ossa.
Allora il padrone chiamò il veterinario e gli chiese un rimedio.
Questi ordinò che gli facessero un'infusione di polmone di capra.
Così, per curare l'asino, uccisero la capra.
Esopo


La morale della favola è che:
chi pianifica inganni contro gli altri
diventa l'artefice dei propri mali.

Il lupo e l'agnello - Esopo

Ecco un'altra favola di Esopo: Il lupo e l'agnello


La cicala e la formica

Era inverno. Le Formichine stavano asciugando il grano Che avevano Messo da Parte Durante l'estate e periodo Che si bagnato. Una cicala affamata Andò a CHIEDERE Loro del Cibo.
Una Formichina rispose: - Perché Durante l'estate non Fatto hai anche tu provviste?
- Avrei voluto, ma non avevo tempo per le provviste tariffa Perché cantavo gioiosamente. E poi, in verità, Faceva troppo caldo per Lavorare! - Si giustificò la cicala.
La formica Guardo la cicala e le Disse: - Beh, se Durante Tutta l'estate ti sei divertita a cantare, ora d'inverno balla!

Esopo

La lepre e la tartaruga

Illustrazione di Pucci Violi

Il lupo e la gru

La celebre favola di Fedro "Il lupo e la gru" fa riflettere sull'importanza di mantenere le promesse, sul valore della gratitudine e sul rispetto per gli altri.
Illustrazione di Pucci Violi

sabato 8 luglio 2017

L'animale più longevo al mondo

L'animale più longevo al mondo risulta essere lo squalo della Groelandia.
Biologi marini che studiano nei centri di ricerca della Norvegia, Danimarca e Groenlandia hanno infatti valutato che la lunghezza della vita del Somniosus microcephalus (nome scientifico di questo vertebrato marino) è in media di 270 anni.
Tuttavia, in alcuni casi può estendersi a 400 anni.

Gli esemplari adulti dello squalo della Groenlandia raggiungono in media i 4-5 metri di lunghezza, e pesano più di 1.000 kg. 
Battono ogni record di longevità fra i vertebrati di terra, mare e cielo.

Per procedere al calcolo degli anni di vita di un animale si analizza il loro tessuto calcificato, ma lo squalo della Groenlandia ne è carente. Quindi, al fine di determinare con precisione l’età degli squali i ricercatori sono ricorsi allora alla tecnica della datazione al radiocarbonio analizzando il cristallino degli occhi di trenta femmine finite casualmente nelle reti di pescherecci del nordatlantico. Dai loro dati è emerso che queste ultime raggiungono la maturità sessuale quando superano i 4 metri, e questo equivale a un’età minima di 155 anni.
Lo squalo della Groenlandia cresce di 1 cm all'anno.

lunedì 3 luglio 2017

Giochi per la divisione in sillabe

Fumetto in omaggio a Stefano Benni

Fumetto illustrato da Vince Ricotta.
Questo testo vuole essere un omaggio a Stefano Benni.
È ispirato a "Un cattivo scolaro" tratto dalla raccolta di racconti "L'ultima lacrima".


Umorismo e ironia, aiutare i bambini a svilupparli

Ridere fa bene alla salute
Il riso abbonda sulla bocca degli stolti, dal latino “Risus abundat in ore stultorum”. Così recita un antichissimo detto, per dire che chi ride molto è uno stupido. 
Poi Molière ci insegnò che “si piange con il cuore, ma si ride con il cervello”. Partendo da questo assunto, chi ride fa largo uso del cervello. Quindi, in tempi più recenti, la risata è stata simbolicamente associata alla vita e alla gioia di vivere. 
Ridendo ci si rilassa e tutto il corpo ne acquista giovamento. Studi scientifici hanno dimostrato che il buonumore mette al riparo dalle infezioni determinando un aumento (minor riduzione) dell'immunoglobulina A, un anticorpo che, nell’ambito del sistema immunitario, aiuta a neutralizzare i corpi estranei come virus e batteri.
La gelotologia (dal greco ghelos=riso e logos=scienza) è una nuova disciplina che studia l'attività del ridere, del buonumore e del pensiero positivo come rimedio a numerosi disturbi psicofisici.
Si basa sugli studi di psiconeuroendocrinoimmunologia che hanno evidenziato l’influenza diretta degli stati mentali e delle emozioni sul sistema immunitario e viceversa.
Grazie alla gelotologia si è scoperto che con le risate, quelle spontanee e incontenibili che coinvolgono gran parte dei nostri muscoli anche addominali, si attivano precise strutture nervose periferiche che producono le endorfine, sostanze chimiche dotate di una potente attività analgesica ed eccitante che esercita sul nostro corpo un effetto simile alla morfina. 

La risata unisce
La risata è, essenzialmente, l’espressione di una complicità, del trovarsi d'accordo. Non ridiamo tutti delle stesse cose. Ridere delle stesse battute significa condividere qualcosa. La risata unisce e ci rimette in sintonia con gli altri, siano essi gli autori delle battute o i nostri amici con i quali condividiamo lo spazio e il tempo per ridere, di fronte a uno spettacolo comico o una pellicola divertente. 

Come scatta la risata?
Si ride quando, in un discorso o in una situazione, sopraggiunge un’alterazione nel corso normale degli eventi. Il riso è dunque un atto liberatorio, con il quale reagiamo d’istinto a circostanze inattese. 

Qual è la differenza tra comicità, umorismo e ironia?
“Comico” è tutto ciò che spinge al riso in modo immediato e spontaneo, in quanto la risata nasce dal fatto di cogliere, in una certa situazione, un contrasto rispetto alla normalità, una forma di rottura di schemi, un cambio di prospettiva. 
“Umoristico” è quanto spinge a un riso misto di riflessione ed empatia: si può dire che l’umorismo rappresenti una forma più sottile di comicità, basata sull’osservazione di aspetti insoliti e bizzarri della realtà che ne consentono una comprensione più profonda. 
“Ironico” è ciò che utilizza un particolare modo di esprimersi (ironia) per cui sotto le parole traspare un altro messaggio; quindi si fa un’affermazione e si sottintende il suo contrario, con un intento critico.
Si ritiene importante sostenere i bambini affinché sviluppino un buon senso dell’umorismo e dell’ironia. Questo li potrà aiutare in futuro a superare difficoltà relazionali migliorando i rapporti con gli altri e imparando a sdrammatizzare. 
Un abile scrittore ironico contemporaneo è Stefano Benni al quale è dedicato il fumetto dal titolo “Bravi scolari”, ispirato al suo celebre racconto “Un cattivo scolaro”.

Rossana d'Ambrosio

Favorire la solidarietà e la generosità

A scuola, ma prima ancora in famiglia, educare alla solidarietà, al rispetto, alla condivisione è un atto sociale di vitale importanza, affinché tutti si possa godere di pari opportunità per affrontare una vita serena e degna.
È fondamentale, quindi, crescere i bambini insegnando loro che è bello poter godere di determinate ricchezze, purché queste non siano solo nelle mani di alcuni, ma possano essere apprezzate da tutti.
In quest’ottica, tutti i bambini del mondo hanno diritto a nutrirsi in modo adeguato, a ricevere un’istruzione, a giocare serenamente, ad essere amati e compresi.
Una famiglia dove i bambini, già da piccoli, hanno un riferimento che rispecchia un modello di condivisione dei ruoli tra mamma e papà è sicuramente un buon punto di partenza. Inoltre, è importante fare in modo che eventuali cose superflue che desideriamo donare ai figli, vengano fatte apprezzare. È giusto, quindi, che i bambini abbiano almeno il tempo di desiderarle e che le vedano magari come un premio raggiunto per il loro impegno.
Sensibilizzare i piccoli affinché sappiano capire le problematiche delle persone più fragili di loro (per motivi di salute o per situazioni familiari difficili) è imprescindibile per creare nel gruppo (classe, società) quella forma di tolleranza e rispetto fondamentali in ogni comunità civile e democratica.