Il fatto di essere costantemente iperconnessi, porta a un sovraccarico di informazioni che danneggia la memoria.
Questo è quanto sostiene il neuropsicologo Francis Eustache, uno dei più grandi studiosi dei processi di memorizzazione.
Una grave conseguenza dell’utilizzo esacerbato dei cellulari è data dalla quantità di informazioni che immagazziniamo, ma che generano un sovraccarico cognitivo: lo sforzo mentale che il cervello deve affrontare è direttamente proporzionale alla quantità dei dati in ingresso.
Troppi dati che vengono consultati e immagazzinati, in aggiunta alle sollecitazioni che avvengono in simultanea tra loro, aumentano la pressione psicologica e conseguentemente anche lo stress.
Più stress, più perdita di concentrazione, più stanchezza mentale fino ad arrivare al rischio di depressione.
Secondo Francis Eustache, lo stress permanente potrebbe portare a una perdita della capacità mnemonica. La cosiddetta ‘rete di default’, che è fondamentale per mantenere un alto grado di memoria, funziona solo quando il cervello è a riposo. Dobbiamo dunque evitare grosse sollecitazioni al cervello per far sì che lo stato della nostra memoria e le nostre capacità di memorizzare siano sempre ottimali.
Pare davvero difficile restare concentrati su una attività se, come dimostra uno studio del 2012, ogni 75 secondi avviene un’interruzione data dall’uso del cellulare. Un altro studio dimostra che, sul luogo di lavoro, ci si ferma ogni 6 minuti per controllare la posta o i messaggi sullo smartphone.
Inoltre, tutti coloro che credono di essere ‘multi-tasking’ – cioè si sentono in grado di gestire più cose nello stesso momento – resteranno perplessi di fronte ai risultati di una ricerca svolta da Aurelie Bidet-Caulet, neuroscienziata.
“Nel fare due cose in contemporanea, si riesce a farle entrambe piuttosto male, soprattutto quando si tratta di attività che si svolgono a breve distanza l’una dall’altra sul piano della rete neurale”. Per esempio, quando si è in riunione e si scrive un SMS mentre si cerca di prestare ascolto, non si fa bene nessuna delle due cose. Quindi meglio farne una sola.