Blog per stimolare la creatività e approfondire la conoscenza in modo gioioso e coinvolgente. Dopo molti anni di editoria cartacea - con i giornalini Vivacemente diffusi a Torino dal lontano 2002 - ho voluto creare un raccoglitore virtuale per l'insegnamento vivace ( VivacePedia ) con migliaia di schede didattiche utili ai genitori e insegnanti di Scuola d'Infanzia, Primaria e Secondaria di 1°grado.
didattica a distanza
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martedì 2 ottobre 2018
lunedì 2 luglio 2018
L'apicoltore - favola di Esopo
Durante l'assenza dell'apicoltore,
un tale penetrò nella sua casa e gli portò via il miele e i favi.
Al suo ritorno, il proprietario vide le arnie vuote
e si fermò ad esaminarle; ma le api che tornavano
dal pascolo, trovandolo lì, lo assalirono con i pungiglioni
e lo conciarono orribilmente.
– Siete ingiuste! – diceva – Il ladro dei vostri favi l'avete lasciato andar via impunito, e a me che mi prendo cura di voi, riservate un trattamento così spietato!
un tale penetrò nella sua casa e gli portò via il miele e i favi.
Al suo ritorno, il proprietario vide le arnie vuote
e si fermò ad esaminarle; ma le api che tornavano
dal pascolo, trovandolo lì, lo assalirono con i pungiglioni
e lo conciarono orribilmente.
– Siete ingiuste! – diceva – Il ladro dei vostri favi l'avete lasciato andar via impunito, e a me che mi prendo cura di voi, riservate un trattamento così spietato!
Esopo
Questa favola è per chi, con incoscienza e leggerezza,
non si tutela dai nemici e poi respinge gli amici
come se fossero la causa dei propri mali.
Questa favola è per chi, con incoscienza e leggerezza,
non si tutela dai nemici e poi respinge gli amici
come se fossero la causa dei propri mali.
venerdì 21 luglio 2017
Le due bisacce - favola di Esopo
Quando il creatore ebbe fatto l'uomo, gli mise sulle spalle due bisacce, una piena dei difetti degli altri e l'altra piena dei propri difetti; quella con i propri difetti penzolava sulla schiena mentre l'altra sul davanti.
Ecco perché l'uomo vede subito i difetti altrui e non i propri.
Esopo
La morale della favola è che
bisogna guardare anche i propri difetti e non soltanto quelli degli altri.
I figli discordi - favola di Esopo
I figli di un contadino non andavano d'accordo, ed egli,
per quanto continuasse ad ammonirli, non riusciva a correggerli.
Pensò allora di ricorrere ad un esempio pratico,
e disse loro di portargli un fascio di verghe.
Unì le verghe in un fascio ben stretto,
le consegnò ai figli e ordinò loro di spezzarle,
ma per quanti sforzi facessero non ci riuscirono.
Allora sciolse il fascio e diede loro le verghe una ad una,
e siccome le rompevano senza difficoltà, soggiunse:
– Così anche voi, figli miei, se sarete uniti,
non sarete sopraffatti dai nemici,
ma se litigherete, offrirete loro una facile preda.
Esopo
La morale della favola è che
per quanto continuasse ad ammonirli, non riusciva a correggerli.
Pensò allora di ricorrere ad un esempio pratico,
e disse loro di portargli un fascio di verghe.
Unì le verghe in un fascio ben stretto,
le consegnò ai figli e ordinò loro di spezzarle,
ma per quanti sforzi facessero non ci riuscirono.
Allora sciolse il fascio e diede loro le verghe una ad una,
e siccome le rompevano senza difficoltà, soggiunse:
– Così anche voi, figli miei, se sarete uniti,
non sarete sopraffatti dai nemici,
ma se litigherete, offrirete loro una facile preda.
Esopo
La morale della favola è che
l'unione fa la forza.
Il pipistrello e le donnole
Un pipistrello cadde a terra
e subito fu azzannato da una donnola,
ma mentre questa stava per ucciderlo
la pregò di risparmiarlo.
Lei disse che odiava tutti gli uccelli
e che quindi l'avrebbe ucciso.
Allora il pipistrello le spiegò
che non era un uccello ma un topo,
e così ebbe salva la vita.
Tempo dopo cadde di nuovo
e un'altra donnola lo prese
e alle sue suppliche rispose che
odiava tutti i topi.
Allora il pipistrello spiegò che
non era un topo ma un uccello,
e anche questa volta ebbe salva la vita.
e subito fu azzannato da una donnola,
ma mentre questa stava per ucciderlo
la pregò di risparmiarlo.
Lei disse che odiava tutti gli uccelli
e che quindi l'avrebbe ucciso.
Allora il pipistrello le spiegò
che non era un uccello ma un topo,
e così ebbe salva la vita.
Tempo dopo cadde di nuovo
e un'altra donnola lo prese
e alle sue suppliche rispose che
odiava tutti i topi.
Allora il pipistrello spiegò che
non era un topo ma un uccello,
e anche questa volta ebbe salva la vita.
martedì 11 luglio 2017
La donnola e il gallo - favola di Esopo
Una donnola aveva preso un gallo e cercava un pretesto plausibile per mangiarlo.
Cominciò allora ad accusarlo di essere molesto agli uomini, perché cantando non li lasciava dormire.
Ma il gallo si difendeva affermando che lo faceva nel loro interesse, affinché si svegliassero per attendere alle faccende quotidiane.
E lo accusava di violare le leggi di natura, accoppiandosi con sua madre e le sue sorelle.
Ma egli asseriva che anche questo lo faceva nell'interesse del padrone, perché così le galline facevano molte uova.
Allora la donnola esclamò:
– Sì, certo, sai trovare delle belle giustificazioni. Ma io non voglio per questo rimanere a bocca asciutta! – E se lo divorò.
Esopo
La favola vuole metterci in guardia dai malvagi che, quando vogliono compiere un sopruso, inventano qualsiasi pretesto.
I due viandanti e l'orso - favola di Esopo
Due amici viaggiavano insieme, quand'ecco apparire davanti a loro un grosso orso.
Uno di loro salì veloce su un albero e si nascose, mentre l'altro, che stava per essere preso, si gettò al suolo fingendo di essere morto.
L'orso gli avvicinò il muso, annusandolo, ed egli tratteneva il respiro, perché, a quanto pare, l'orso non tocca i cadaveri.
Quando l'orso si fu allontanato, quello sull'albero discese e chiese:
– Che cosa ti ha detto nell'orecchio quando ti annusava?
– Di non viaggiare mai più con un compagno che, nel pericolo, non rimane al tuo fianco.
Esopo
La favola ci insegna che le disgrazie
mettono alla prova la solidarietà delle persone.
I viandanti e il platano - favola di Esopo
Un giorno d'estate, quando il sole era alto, due viandanti accaldati e stanchi videro un platano e si sdraiarono alla sua ombra per riposare.
Poi, levato lo sguardo verso il platano, presero a dire che quell'albero così sterile era inutile agli uomini. Ma l'albero rispose:
– Ingrati! Mi accusate di essere sterile e inutile, mentre ancora state godendo dei miei benefici.
Esopo
La favola ci insegna che spesso non notiamo chi ci fa del bene ed è generoso con noi, invece dovremmo saper osservare ed essere grati.
I vasi - favola di Esopo
Un vaso di terra cotta e un vaso di rame galleggiavano trascinati dalla corrente di un fiume.
Il vaso di terra cotta diceva a quello di metallo:
– Nuota al largo, non al mio fianco, perché, anche se non ho nessuna voglia di toccarti, basta che tu mi tocchi e io vado in frantumi.
Esopo
La favola ci fa capire che i più deboli rischiano di essere svantaggiati se i più forti non prestano attenzione e non si curano di loro.
Il taglialegna ed Ermes - favola di Esopo
A un taglialegna cadde la scure nel fiume, presso cui stava lavorando.
Non sapendo cosa fare, si sedette sulla sponda del fiume e pianse.
Quando Ermes lo venne a sapere, si impietosì, si tuffò nel fiume e portò su una scure d'oro, chiedendogli se era quella che aveva perso.
L'uomo rispose di no, ed Ermes, tuffatosi di nuovo, ne portò su una d'argento; poiché l'uomo dichiarava che non era la sua, Ermes si tuffò ancora e portò fuori la sua.
Allora il taglialegna disse che si trattava di quella che aveva perso, ed Ermes, soddisfatto della sua onestà, glie le diede tutte e tre.
Tornato tra gli amici, il boscaiolo racconto dell'accaduto, ma uno di essi pensò di poterne ricavare un uguale profitto; andò al fiume, gettò nell'acqua la sua scure e pianse.
Anche a lui comparve Ermes e, chiestogli del motivo del suo pianto, si tuffò, portò su una scure d'oro e gli chiese se era la sua:
– Sì, è proprio quella ! – rispose esultante.
Il dio, indignato di tanta sfacciataggine, non solo si tenne la scure d'oro, ma non gli riportò nemmeno la sua.
Esopo
La morale della favola è che
non bisogna fare i furbastri perché
alla fine solo l'onesta viene premiata.
Ermes: dio greco dell'astuzia
Ermes: dio greco dell'astuzia
La canna e l'ulivo - favola di Esopo
La canna e l'ulivo discutevano di resistenza, di forza e sicurezza,
e l'ulivo rinfacciava alla canna di essere debole
e di piegarsi a tutti i venti.
La canna a queste critiche non rispondeva.
Un giorno si levò una violenta bufera e la canna,
per quanto scossa e piegata dalle raffiche di vento,
ne uscì salva senza difficoltà; ma l'ulivo, che cercava di resistere ai venti,
fu sradicato dalla loro violenza.
Esopo
La morale della favola mostra è che,
e l'ulivo rinfacciava alla canna di essere debole
e di piegarsi a tutti i venti.
La canna a queste critiche non rispondeva.
Un giorno si levò una violenta bufera e la canna,
per quanto scossa e piegata dalle raffiche di vento,
ne uscì salva senza difficoltà; ma l'ulivo, che cercava di resistere ai venti,
fu sradicato dalla loro violenza.
Esopo
La morale della favola mostra è che,
in certe circostanze, è meglio adattarsi alle difficoltà
piuttosto che opporsi senza flessibilità.
piuttosto che opporsi senza flessibilità.
La volpe e l'uva - favola di Esopo
Una volpe affamata vide dei grappoli d'uva che pendevano da un pergolato e tentò di afferrarli. Ma non ci riuscì.
– Robaccia acerba ! – disse fra sé e sé, e se ne andò.
Esopo
Questa favola vuole spiegare che
anche gli esseri umani, quando non riescono a raggiungere un obiettivo, trovano una scusa.
La cornacchia e la brocca - Esopo
L'aquila dalle ali mozze e la volpe
Un'aquila fu catturata da un uomo
che le mozzò le ali e la mise tra il pollame di casa.
L'aquila stava a capo chino e non mangiava per il dolore:
sembrava un re in catene.
Poi la comperò un altro, che le strappò le penne mozzate
e con uno speciale unguento le fece ricrescere.
Allora l'aquila prese il volo, catturò una lepre
e la donò all'uomo che la guarì.
Ma la volpe che la vide ammonì:
– I regali devi farli anche al padrone di prima:
questo è già buono per natura;
l'altro invece è meglio che tu lo rabbonisca,
perché se ti dovesse catturare di nuovo
non ti mozzi le ali.
che le mozzò le ali e la mise tra il pollame di casa.
L'aquila stava a capo chino e non mangiava per il dolore:
sembrava un re in catene.
Poi la comperò un altro, che le strappò le penne mozzate
e con uno speciale unguento le fece ricrescere.
Allora l'aquila prese il volo, catturò una lepre
e la donò all'uomo che la guarì.
Ma la volpe che la vide ammonì:
– I regali devi farli anche al padrone di prima:
questo è già buono per natura;
l'altro invece è meglio che tu lo rabbonisca,
perché se ti dovesse catturare di nuovo
non ti mozzi le ali.
Esopo
La morale della favola è che
va bene ricambiare i benefattori,
ma bisogna anche rabbonire i malvagi
La morale della favola è che
va bene ricambiare i benefattori,
ma bisogna anche rabbonire i malvagi
per scongiurare futuri pericoli.
Il pescatore che batteva l'acqua
Un pescatore pescava in un fiume.
Dopo aver teso le reti dall'una all'altra riva,
batteva l'acqua con una pietra legata a una corda,
perché i pesci, fuggendo all'impazzata,
andassero ad impigliarsi nella rete.
Vedendolo intento a questa operazione, un'abitante del luogo
lo rimproverava perché insudiciava il fiume
e non permetteva loro di bere un po' d'acqua limpida.
Ma il pescatore rispose:
– Se non intorbidisco l'acqua, io non posso procurarmi il cibo.
Dopo aver teso le reti dall'una all'altra riva,
batteva l'acqua con una pietra legata a una corda,
perché i pesci, fuggendo all'impazzata,
andassero ad impigliarsi nella rete.
Vedendolo intento a questa operazione, un'abitante del luogo
lo rimproverava perché insudiciava il fiume
e non permetteva loro di bere un po' d'acqua limpida.
Ma il pescatore rispose:
– Se non intorbidisco l'acqua, io non posso procurarmi il cibo.
Esopo
Questa favola riflette sul fatto che per certe persone senza scrupoli creino disagio negli altri e compromettano l'ambiente circostante al fine di aumentare i loro gli affari.
L'abete e il rovo - Esopo
L'abete si vantava con il rovo:
– Io sono alto, bello, slanciato,
io sono forte e servo per costruire
le travi dei tetti e le navi.
Come osi misurarti con me?
Ma il rovo replicò:
– Se ti ricordassi della scure e della sega
chi ti fanno a pezzi,
forse preferiresti essere un rovo.
La morale della favola è che
– Io sono alto, bello, slanciato,
io sono forte e servo per costruire
le travi dei tetti e le navi.
Come osi misurarti con me?
Ma il rovo replicò:
– Se ti ricordassi della scure e della sega
chi ti fanno a pezzi,
forse preferiresti essere un rovo.
La morale della favola è che
non è saggio esaltarsi vantando i propri pregi.
L''astronomo - favola di Esopo
Un astronomo aveva l'abitudine di uscire
tutte le sere a studiare le stelle.
Una notte che s'aggirava nella campagna
con tutta la mente rivolta al cielo, cascò in un pozzo.
Mentre si lamentava e gridava, un passante gli si avvicinò.
Saputo cos'era capitato, gli disse:
"Mio caro, tu cerchi di sapere quello che c'è nel cielo,
e intanto non vedi quello che c'è sulla terra ".
Esopo
Questa favola è per quelle persone
che si vantano di cose incredibili,
mentre non sanno fare le cose più semplici.
tutte le sere a studiare le stelle.
Una notte che s'aggirava nella campagna
con tutta la mente rivolta al cielo, cascò in un pozzo.
Mentre si lamentava e gridava, un passante gli si avvicinò.
Saputo cos'era capitato, gli disse:
"Mio caro, tu cerchi di sapere quello che c'è nel cielo,
e intanto non vedi quello che c'è sulla terra ".
Esopo
Questa favola è per quelle persone
che si vantano di cose incredibili,
mentre non sanno fare le cose più semplici.
L'asino e le cicale - Esopo
Sentendo cantare le cicale, un asino,
pieno d'invidia per quella voce melodiosa,
chiese loro che cosa mangiavano per poter emettere tali suoni.
"Rugiada" - risposero quelle; e l'asino, aspettando che scendesse la rugiada, morì di fame.
Esopo
La morale della favola è che
quando si hanno aspirazioni incompatibili con la propria natura, si rischia di procurarsi dei guai.
pieno d'invidia per quella voce melodiosa,
chiese loro che cosa mangiavano per poter emettere tali suoni.
"Rugiada" - risposero quelle; e l'asino, aspettando che scendesse la rugiada, morì di fame.
Esopo
La morale della favola è che
quando si hanno aspirazioni incompatibili con la propria natura, si rischia di procurarsi dei guai.
La gallina dalle uova d'oro - Esopo
Un tale aveva una gallina che faceva le uova d'oro,
e pensava che dovesse avere molto oro nelle viscere.
Allora, per averlo tutto, decise di ucciderla,
ma dovette constatare che all'interno era fatta come tutte le altre.
Così, per la speranza di trovare la ricchezza tutta in una volta,
si privò anche del modesto ma sicuro provento.
e pensava che dovesse avere molto oro nelle viscere.
Allora, per averlo tutto, decise di ucciderla,
ma dovette constatare che all'interno era fatta come tutte le altre.
Così, per la speranza di trovare la ricchezza tutta in una volta,
si privò anche del modesto ma sicuro provento.
Esopo
La morale della favola è che
La morale della favola è che
bisogna accontentarsi di quello che si ha,
invece di essere insaziabili.
Le rane vicine di casa - Esopo
Due rane erano vicine di casa:
una abitava in uno stagno profondo e discosto dalla strada,
l'altra in una pozzanghera sulla strada stessa.
Quella dello stagno consigliava all'altra di trasferirsi da lei,
per godere una vita più comoda e più sicura,
ma questa non le dava retta e diceva
che non poteva staccarsi dalla sua dimora abituale;
ma un brutto un giorno passò di li un carro che la schiacciò.
una abitava in uno stagno profondo e discosto dalla strada,
l'altra in una pozzanghera sulla strada stessa.
Quella dello stagno consigliava all'altra di trasferirsi da lei,
per godere una vita più comoda e più sicura,
ma questa non le dava retta e diceva
che non poteva staccarsi dalla sua dimora abituale;
ma un brutto un giorno passò di li un carro che la schiacciò.
Esopo
La morale della favola è che
La morale della favola è che
non bisogna essere disposti a subire il peggio
per timore di cambiare le proprie abitudini.
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