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lunedì 10 febbraio 2025

Che cosa sono le Life Skills?

Le Life Skills sono una gamma di abilità che coinvolgono l'intelligenza intrapersonale e interpersonale.
Ne sono state identificate 10, raggruppabili in 3 aree:
emotive, relazionali, cognitive.
Ecco un mandala per schematizzare in maniera efficace le Life Skills.

venerdì 10 gennaio 2020

Creatività e plasticità neuronale


La creatività
Per creatività intendiamo la capacità, la abilità di inventare qualcosa o di scoprire strade nuove per arrivare a risultati diversi e imprevedibili. L’imprevedibilità delle nuove idee sta a indicare che esse non sono necessariamente il risultato di ragionamenti logici.
È un luogo comune vedere la creatività come un dono misterioso o una mera predisposizione genetica. Molti pensano, in modo categorico, che questa possa esserci o non esserci. Spesso, ci si abbandona di fronte al presupposto infondato di non possederla e tanto meno di poter riuscire a svilupparla.
Certamente c’è chi è più versatile, flessibile e predisposto a elaborare idee originali, ma la nostra mente può essere allenata affinché possa orientarsi al pensiero divergente (detto anche pensiero laterale), sviluppando le abilità dell’emisfero destro, anziché solo quelle legate al pensiero logico-razionale proprie dell’emisfero sinistro.

Pensiero divergente e pensiero creativo
Concedendo ampio spazio al pensiero divergente come in una sorta di brainstorming, ci abitueremo a lasciar fluire liberamente le nostre idee più originali frutto della fantasia dell'emisfero destro. Poi, grazie alla logica e razionalità dell'emisfero sinistro, potremo discernere le idee più interessanti e concretizzabili che si possono considerare davvero "creative" secondo il concetto di "nuovo e utile", quindi non soltanto fantasiose e stravaganti.
In definitiva, il pensiero creativo è la parte nobile del pensiero divergente.

Per approfondimenti sul concetto di "nuovo e utile" visita il sito di Annamaria Testa:
https://nuovoeutile.it

Plasticità neuronale
Il cervello è l’organo più complesso e misterioso che si conosca; tuttavia si sa con certezza che alla base dell’apprendimento e della capacità di produrre nuove idee c’è la “plasticità neuronale”. Con questo termine si definisce l’abilità del cervello di plasmare se stesso attraverso il rimodellamento della rete delle sinapsi, cioè dei collegamenti fra i neuroni (le cellule del cervello).
Allenare la mente tenendola in esercizio significa consentire al cervello un costante rimodellamento per garantirne l’efficienza. È altresì importante sottolineare che il cervello, per essere “plastico”, deve trovarsi nella giusta condizione di equilibrio chimico affinché ci sia un efficiente scambio di informazioni fra i neuroni.

Condizioni di equilibrio - OMEOSTASI
La condizione di equilibrio si raggiunge attraverso i meccanismi di autoregolazione dell’omeostasi che riescono a funzionare bene solo in assenza di interferenze di sostanze esogene come droghe o pesanti  farmaci.
Gravi stati depressivi, uso di droghe e abuso di alcol, possono alterare la chimica del cervello, innescando situazioni in cui non solo vengono penalizzati i processi di apprendimento, memorizzazione, capacità di elaborare nuove idee, ma si può anche arrivare ad un ottundimento delle emozioni che modifica il nostro comportamento sociale, relegandoci in un stato di apatia e sofferenza.

Impedimenti e schemi fissi
L’ondata creativa è da considerarsi un vero e proprio flusso di idee che approdano alla mente scorrendo libere da impedimenti. Questi impedimenti possono essere dovuti a stati patologici di stress in cui la neurochimica del nostro organismo è alterata oppure a condizionamenti che innescano in noi determinati schemi fissi.
Quando nella quotidianità si incontrano parte di questi schemi, la superficie mnesica completa il resto, secondo il disegno che abbiamo in mente. Questo è un sistema di comunicazione a innesco o inerzia.
Tale sistema può essere molto utile in diverse situazioni, in quanto ci consente di individuare in anticipo pericoli, problemi o altro, ma in certi casi ci blocca in una sorta di schema rigido che ci inibisce nel comprendere o fronteggiare situazioni apparentemente o inizialmente simili, ma che poi si rivelano differenti e richiedono per la loro soluzione un approccio nuovo e creativo.


Educare al pensiero creativo
Educare al pensiero creativo significa guidare il bambino affinché sappia ridefinire i problemi (problem setting) e cercare nuove strategie per affrontarli (problem solving). Quindi non solo ragionare su schemi già appresi con il pensiero deduttivo, ma imparare a far uso in modo autonomo e spontaneo del pensiero esplorativo e produttivo.


Imparare e pensare
Pensare non è sempre naturale ed imparare non è pensare. Per pensare si intende una riflessione generativa. In tale ottica imparare è un processo meno attivo di pensare.
Noi abbiamo essenzialmente due forme di pensiero. C’è innanzi tutto il pensiero più semplice, che cerca di comprendere le cose, così come sono, facendo un semplice ragionamento che porta da A a B. Tale forma di pensiero (la più diffusa nelle situazioni scolastiche) si limita a scrutare la realtà e assorbirla. 
Ma, oggi, si tende a lasciare più spazio al pensiero produttivo in grado di muoversi da A a B con collegamenti (che fanno uso di mappe mentali) non sempre evidenti e in grado di trarre conclusioni da osservazioni, meno ovvie, non individuate a prima vista.

Il pensiero logico razionale (detto anche pensiero verticale) fa uso dell'emisfero sinistro e può essere rappresentato dalle mappe concettuali.

Il pensiero laterale (detto anche divergente) fa uso dell'emisfero destro e può essere rappresentato attraverso le mappe mentali.

mercoledì 3 gennaio 2018

Mappa mentale su come realizzare un giornalino della scuola

Durante le vacanze, quando la mente è a riposo, fioriscono nuove idee e spesso si elaborano mentalmente nuovi propositi e progetti. Rientrati al lavoro, però, non è sempre facile riordinare le idee e metterle in pratica. 
Se vi è balenato alla mente di realizzare un giornalino scolastico, ho preparato per voi una mappa mentale che vi sarà molto utile per avviare il vostro lavoro.

Mappa mentale dei Sei cappelli per pensare

Ecco la mappa mentale riferita al libro dal titolo Sei cappelli per pensare del celebre Edward De Bono (ideatore del pensiero laterale).
Attraverso la mappa è possibile con immediatezza comprendere come è possibile condurre gruppi di studio e di lavoro per collaborare in armonia.
A turno si indossa un cappello (in maniera simbolica).
Chi, per esempio, è invitato a parlare usando il cappello nero può esprimere tutti gli aspetti negativi e gli svantaggi del progetto senza che nessuno si offenda. 
Chi indossa il cappello giallo considererà invece soltanto gli aspetti positivi.
Il cappello verde riconduce agli aspetti creativi, estrosi e fuori dall'ordinarietà.
Il cappello rosso, invece, è quello delle emozioni e chi lo indossa esprime liberamente i sentimenti che quel dato progetta evoca.
Il cappello blu indica la pragmaticità, fasi e tempi di lavorazione.
Il cappello bianco è l'unico che si deve astenere da considerazioni (positive o negative) riportando solo i dati come pura informazione.

venerdì 3 novembre 2017

I collegamenti nelle mappe mentali sembrano sinapsi (collegamenti tra i neuroni)

Nelle mappe mentali i collegamenti vengono disposti in maniera radiale e sembrano le sinapsi che un neurone stabilisce con i neuroni adiacenti.

Al contrario delle mappe concettuali che vengono stilate quando si è ben padroni dell'argomento e se ne sono afferrati i concetti, le mappe mentali vengono realizzate durante le fasi di studio per mettere giù le idee e valutarle nel loro insieme, aggiungendo nuovi elementi man mano che cresce la conoscenza. Tutto questo favorisce il processo cognitivo e metacognitivo per un apprendimento consapevole. Inoltre la grafica, di forte impatto visivo, aiuta nella memorizzazione.

Osservate come esempio la mappa mentale relativa alla solidarietà inserita sul sito di wikipedia:

lunedì 30 ottobre 2017

Corso di grafica creativa - Lezione 12

La grafica come strumento essenziale per elaborare mappe mentali e concettuali

La mappe sono uno strumento utile ai ragazzi nello studio, affinché possano comprendere con più facilità e memorizzare ciò che hanno appreso.
Questa mappa è riferita alla grafica, materia che può essere introdotta in maniera semplice anche nell'ambito della scuola primaria.
Tutte le altre lezioni relative al corso di grafica le trovate all'etichetta: laboratorio_di_grafica

Corso di grafica creativa - Lezione 11

Mappe creative

Avvicinare i bambini al mondo della grafica, guidarli verso l'acquisizione di competenze per impaginare, realizzare icone, creare schemi riassuntivi (usando anche colori e immagini, in maniera creativa) significa offrire uno strumento efficace, di cui faranno buon uso anche nelle scuole superiori, al fine di migliorare il metodo di studio e favorire il processo metacognitivo.

martedì 10 ottobre 2017

Mappe concettuali e mappe mentali, ecco la differenza

È importante capire la differenza tra mappe concettuali e mappe mentali.

Le mappe concettuali sono state messe a punto dall'accademico statunitense Joseph Novak (1932). È stato un illustre professore di Didattica, la sua ricerca si è focalizzata sui processi di apprendimento e la rappresentazione della conoscenza attraverso l'utilizzo di nuovi strumenti educativi.

Le mappe mentali sono state elaborate dallo psicologo inglese Tony Buzan (1942) noto per essere l'autore di molti manuali su tecniche di apprendimento, memorizzazione e lettura veloce, che hanno poi riscontrato una larga diffusione. 

Già a un primo colpo d'occhio le mappe mentali appaiono diverse dalle mappe concettuali.
Le mappe concettuali sono più ordinate, precise, organiche, schematiche. Presentano una struttura reticolare. Solitamente (ma non necessariamente) iniziano dall'alto e procedono verso il basso in maniera gerarchica.
Le mappe mentali appaiono meno rigide, solitamente iniziano dal centro e si estendono verso l'esterno con molte diramazioni.  Sono molto allegre e variopinte, per questo sono molto adatte per i bambini e ragazzi (utilissime anche per bambini con BSE e DSA).

Una volta gettata la prima stesura, le mappe mentali si possono arricchire con più facilità con nuovi spunti che le rendono accattivanti e dinamiche. Fluiscono liberamente come il pensiero divergente. È molto utile giocare sul colore e sull'infografica aggiungendo icone e scritte particolari come anche i calligrammi.

Di seguito sono riportati due esempi.
La prima è una mappa concettuale.
La seconda è una mappa mentale la cui fonte è: circles of innovation.


Per ulteriori approfondimenti sulle mappe per l'apprendimento, vi invito a visitare il Blog di Umberto Santucci dove troverete utili spunti e riflessioni:
 http://www.umbertosantucci.it/category/gestione-a-vista/mappe-mentali/

venerdì 27 marzo 2015

Imparare, pensare, mappe concettuali

Pensare non è sempre naturale ed imparare non è pensare.
Per pensare si intende una riflessione generativa.
In tale ottica imparare è un processo meno attivo di pensare.

Noi abbiamo essenzialmente due forme di pensiero. C’è innanzitutto il pensiero logico razionale che cerca di comprendere le cose facendo un semplice ragionamento che porta da A a B. Tale forma di pensiero (la più diffusa nelle situazioni scolastiche) si limita a scrutare la realtà e assorbirla.
Ma, oggi, si tende a lasciare più spazio al pensiero divergente in grado di muoversi da A a B con collegamenti (individuabili attraverso l'utilizzo di mappe mentali) in grado di arrivare a conclusioni, meno ovvie, non individuabili a prima vista.

Educare al pensiero creativo significa guidare il bambino affinché sappia ridefinire i problemi (problem setting) e cercare nuove strategie per affrontarli (problem solving). Quindi non solo ragionare su schemi già appresi con il pensiero deduttivo, ma imparare a far uso in modo autonomo e spontaneo del pensiero esplorativo e produttivo.