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venerdì 29 settembre 2017

Bambini che ridono e sorridono

I bambini ridono (o sorridono) circa 300 volte al giorno. Gli adulti, invece, per quanto abbiano un atteggiamento positivo, arrivano  a non più di 100 tra sorrisi e risate. Certuni arrivano a stento a 10 espressioni del viso che ricordano l'ilarità.
Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto:
1. A essere contento senza motivo.
2. A essere sempre occupato con qualcosa.
3. A volere con ogni sua forza ciò che desidera.
(Paulo Coelho)

Gli adulti sono troppo seri per me. Non sanno ridere. 
Meglio scrivere per i bambini, è l’unico modo per divertire anche me stesso.
(Roald Dahl)

Ecco una fantastica idea regalo per far ridere e divertire i bambini: una raccolta delle più belle storie di Roald Dahl.

lunedì 3 luglio 2017

Umorismo e ironia, aiutare i bambini a svilupparli

Ridere fa bene alla salute
Il riso abbonda sulla bocca degli stolti, dal latino “Risus abundat in ore stultorum”. Così recita un antichissimo detto, per dire che chi ride molto è uno stupido. 
Poi Molière ci insegnò che “si piange con il cuore, ma si ride con il cervello”. Partendo da questo assunto, chi ride fa largo uso del cervello. Quindi, in tempi più recenti, la risata è stata simbolicamente associata alla vita e alla gioia di vivere. 
Ridendo ci si rilassa e tutto il corpo ne acquista giovamento. Studi scientifici hanno dimostrato che il buonumore mette al riparo dalle infezioni determinando un aumento (minor riduzione) dell'immunoglobulina A, un anticorpo che, nell’ambito del sistema immunitario, aiuta a neutralizzare i corpi estranei come virus e batteri.
La gelotologia (dal greco ghelos=riso e logos=scienza) è una nuova disciplina che studia l'attività del ridere, del buonumore e del pensiero positivo come rimedio a numerosi disturbi psicofisici.
Si basa sugli studi di psiconeuroendocrinoimmunologia che hanno evidenziato l’influenza diretta degli stati mentali e delle emozioni sul sistema immunitario e viceversa.
Grazie alla gelotologia si è scoperto che con le risate, quelle spontanee e incontenibili che coinvolgono gran parte dei nostri muscoli anche addominali, si attivano precise strutture nervose periferiche che producono le endorfine, sostanze chimiche dotate di una potente attività analgesica ed eccitante che esercita sul nostro corpo un effetto simile alla morfina. 

La risata unisce
La risata è, essenzialmente, l’espressione di una complicità, del trovarsi d'accordo. Non ridiamo tutti delle stesse cose. Ridere delle stesse battute significa condividere qualcosa. La risata unisce e ci rimette in sintonia con gli altri, siano essi gli autori delle battute o i nostri amici con i quali condividiamo lo spazio e il tempo per ridere, di fronte a uno spettacolo comico o una pellicola divertente. 

Come scatta la risata?
Si ride quando, in un discorso o in una situazione, sopraggiunge un’alterazione nel corso normale degli eventi. Il riso è dunque un atto liberatorio, con il quale reagiamo d’istinto a circostanze inattese. 

Qual è la differenza tra comicità, umorismo e ironia?
“Comico” è tutto ciò che spinge al riso in modo immediato e spontaneo, in quanto la risata nasce dal fatto di cogliere, in una certa situazione, un contrasto rispetto alla normalità, una forma di rottura di schemi, un cambio di prospettiva. 
“Umoristico” è quanto spinge a un riso misto di riflessione ed empatia: si può dire che l’umorismo rappresenti una forma più sottile di comicità, basata sull’osservazione di aspetti insoliti e bizzarri della realtà che ne consentono una comprensione più profonda. 
“Ironico” è ciò che utilizza un particolare modo di esprimersi (ironia) per cui sotto le parole traspare un altro messaggio; quindi si fa un’affermazione e si sottintende il suo contrario, con un intento critico.
Si ritiene importante sostenere i bambini affinché sviluppino un buon senso dell’umorismo e dell’ironia. Questo li potrà aiutare in futuro a superare difficoltà relazionali migliorando i rapporti con gli altri e imparando a sdrammatizzare. 
Un abile scrittore ironico contemporaneo è Stefano Benni al quale è dedicato il fumetto dal titolo “Bravi scolari”, ispirato al suo celebre racconto “Un cattivo scolaro”.

Rossana d'Ambrosio

sabato 11 luglio 2015

Totò fa ridere grandi e piccini

Antonio De Curtis, in arte Totò
C'è un tipo di comicità che si basa sullo storpiamento delle parole.
Leggete queste battute di Totò insieme ai bambini e aiutateli a individuare la parola inesatta, per trovare poi quella giusta.

I farmacisti vendono il cotone idrofobo.

Mi sono fatto male al pipistrello della mano.

Nello spazio non c'è la forza di gravidanza.

Ma vi pare giusto che uno alza la testa e dal cielo gli arriva uno sputnik nell'occhio?

Ho cercato di fermarlo con forza. C'è stato un vero colluttorio.

Siete uno scrittore, lo so: avete tutti i sintomi del trammaturco.

Ho preso una botta al malleolo del cervello e per poco non mi veniva la meninge. Ma pensiamo alla salute!

Sono caduto e mi sono fatto male al vòmero.

Sto male, ho una colica apatica.

In Italia c'è peluria di ragionieri, ma per chi vuole sempre ragionare, il ragioniere è necessario.

C'è stato un terremoto un po' sussultorio, un po' reclusorio. Sapete come sono questi terremoti.

Battute tratte dal libro "Parli come badi" edizioni La Stampa

domenica 29 marzo 2015

Umorismo, intelligenza, empatia

Il riso abbonda sulla bocca degli stolti, dal latino “Risus abundat in ore stultorum”. Così recita un antichissimo detto, per dire che chi ride molto è uno stupido.
Poi Molière ci insegnò che “si piange con il cuore, ma si ride con il cervello”. E questo dimostra che ridendo si fa uso del cervello, non il contrario.
Quindi, in tempi più recenti, la risata è stata simbolicamente associata alla vita e alla gioia di vivere. È perciò, per sua stessa natura, contrapposta alla morte. Ridendo ci si rilassa e tutto il corpo ne acquista giovamento. 

Ridere consapevolmente significa comprendere una situazione e coglierne il senso umoristico. Ci va una certa acutezza ed empatia, non certo stupidità.
Ci sono battute sottili che non tutti sono in grado di cogliere e questo dipende anche dalle conoscenze che si hanno e dal grado di intelligenza interpersonale (quella che ci permettere di entrare in contatto con gli altri e le loro emozioni).

La comicità è molto cambiata nel tempo e segue anch'essa mode, tendenze di costume.
Un tempo si rideva molto per situazioni, che oggi possono risultare sciocche e poco divertenti, per esempio la situazione in cui una persona cade scivolando su una buccia di banana. 
Oggi questo tipo di comicità è rimasta per lo più relegata a un ambito infantile, mentre in età più adulta per stimolare la risata si ha bisogno di qualcosa di più.
Ognuno di noi può preferire un tipo di comicità rispetto ad un'altra. C'è chi ama le freddure, chi le detesta. C'è chi apprezza la comicità legata ai doppi significati delle parole.
C'è chi ama la comicità dei pagliacci, ma ad alcuni i clown fanno scattare una profonda malinconia più che un ridere spontaneo e benefico.
È importante guidare i bambini a comprendere la differenza tra i diversi tipi di comicità perché possano scegliere ciò che sentono maggiormente in sintonia con la loro persona.
Inoltre imparare a distinguere differenti tipi di comicità significa sapere analizzare le situazioni e questo rappresenta un esercizio mentale molto utile. Parlarne in classe con i compagni è ancora più utile perché stimola il confronto e la discussione.

venerdì 27 marzo 2015

La risata unisce

Quando si è in famiglia, in un gruppo di amici, in classe, la risata diviene anche espressione di  complicità, del trovarsi d'accordo. Non ridiamo tutti delle stesse cose. Ridere delle stesse battute significa condividere qualcosa. La risata unisce e ci rimette in sintonia con gli altri, siano essi gli autori delle battute o i nostri amici con i quali condividiamo lo spazio e il tempo per ridere, di fronte a uno spettacolo, a un film comico, o di fronte alla lettura di una storia divertente come può avvenire in classe. 

Quindi una valida attività per consolidare un gruppo può essere la lettura di un fumetto divertente o anche la stesura di un testo comico.
Si possono raccontare barzellette, situazioni comiche, per rappresentare poi degli sketch, affidando a ciascuno un determinato ruolo.

Barzellette per bambini

Dire Buongiorno fa bene perché è "salutare".

Pierino dice che, quando si sente male, parla più forte.

Pierino è convinto che il principio di Archimede sia ARCH.

Pierino vuole sapere dalla maestra se le isole pedonali si raggiungono a nuoto.

Pierino dice che il suo cane è così intelligente che non gli fa le feste, gliele organizza.

Pierino crede che l'equinozio sia un cavallo con poca voglia di lavorare.

Pierino dice che se sulla barca vela si rompe l'albero maestro, si monta l'albero supplente.

Pierino pensa che la vedova sia la moglie del vedovo.

Perino va a comprare le figurine PANINI in panetteria.

Quando c'è sciopero dei mezzi, la mamma di Pierino cerca di prendere l'altra metà.

Un ragazzo chiede a Pierino che è appena tornato dalle vacanze in giro per il mondo: - E dopo avermi promesso mari e monti che cosa mi hai portato dal tuo viaggio?
- Un atlante! - risponde Pierino.

La prossima estate Pierino vuole andare in vacanza a Monopoli perché quando arriva, se riesce a passare dal VIA, gli regalano 100 euro.

Un ragazzo dice a un amico: - In una libreria ho trovato un libro sul quale c'è scritto che contiene la soluzione del 50% dei problemi quotidiani.
- E tu cosa hai fatto?
- Ne ho acquistati due.

Differenti tipi di comicità

PERCHè SI RIDE?
In parte l’abbiamo già detto nei post precedenti del
laboratorio_della_risata
ridiamo perché cogliamo, in un discorso o in una situazione, un’alterazione nel corso normale degli eventi (anche una persona che scivola per strada, se non si è ferita gravemente, in genere, suscita il riso dei passanti…). Il riso è dunque un atto liberatorio, con il quale reagiamo d’istinto a circostanze inattese. 

Il primo ad analizzare con grande precisione l’origine del riso, è stato il filosofo francese Henri Bergson (1859-1941). Egli divide la comicità in cinque categorie fondamentali che sintetizziamo come segue.
1. COMICO DI FISIONOMIA: comicità provocata da un’alterazione del corpo o dei tratti del volto (come per esempio una smorfia buffa).

2. COMICO DI GESTO: comicità provocata da movimenti meccanici, ripetitivi quasi stereotipati (per esempio i tic nervosi oppure la gestualità buffa del clown).

3. COMICO DI CARATTERE: comicità che scaturisce dal modo di essere di una persona o dalle sue manie caratteriali (per esempio gli atteggiamenti tipici di un avaro, di un vanitoso, di una persona con atteggiamenti ossessivi o maniacali).

4. COMICO DI SITUAZIONE: comicità provocata, spesso involontariamente, da una situazione nella quale le persone agiscono in maniera inaspettata o contraria al consueto (come ad esempio un ladro che venga derubato da un ragazzino).

5. COMICO DI PAROLA: comicità che nasce da usi particolari della parola, di cui elenchiamo di seguito le modalità più ricorrenti.

Qual è la differenza tra comicità e umorismo?

Il riso ha una funzione importante e di questo ne ho parlato nei post precedenti, soffermandomi sulla liberazione delle endorfine che hanno importanti proprietà analgesiche e riequilibratrici dell’organismo.
La capacità di far ridere è un’arte tutt’altro che semplice. Ma quali sono i meccanismi che fanno scattare la risata? 
Innanzi tutto è importante effettuare una distinzione tra “comico” e “umoristico”.
“Comico” è tutto ciò che spinge al riso in modo immediato e spontaneo, in quanto la risata nasce dal fatto di cogliere, in una certa situazione, un contrasto rispetto alla normalità, una forma di rottura di schemi, un cambio di prospettiva. 
“Umoristico” è quanto spinge a un riso misto di riflessione ed empatia: si può dire che l’umorismo rappresenti una forma più sottile di comicità, basata sull’osservazione di aspetti insoliti e bizzarri della realtà che ne consentono una comprensione più profonda. 
Mentre la comicità è sempre espressione di gioia immediata e istintiva, nell’umorismo, invece, entra in gioco anche l’empatia per cui si può arrivare a provare una forma di tenerezza e malinconia per la persona o la situazione che in un primo momento ha suscitato in noi il riso. 

Luidi Pirandello
 Agrigento 1867- Roma 1936
Per capire meglio ciò, riporto un brano tratto da un celebre saggio di Pirandello:
“Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi goffamente imbellettata e parata di abiti giovanili. Mi metto a ridere.
Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse nessun piacere a pararsi
così, come un pappagallo, ma che forse ne soffre, e lo fa soltanto perché pietosamente si inganna che, parata così, nascondendo così le rughe e la canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario, mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico.” 
(da Luigi Pirandello, “Saggio sull’Umorismo”, 1908).

Quello che Pirandello chiama sentimento del contrario e che distingue lo scrittore umorista dal comico, è l’atteggiamento nei confronti della realtà considerata: nel comico manca di fatto la riflessione, per cui la risata provocata dal cosiddetto avvertimento del contrario, è genuina, impulsiva, spontanea. Nell’umorismo, il riso può diventare amaro, poiché interviene la riflessione che porta a prendere coscienza del dramma della condizione umana, cui si partecipa quasi con commozione.

Potere terapeutico del sorriso




Un sorriso non costa nulla
ma vale tantissimo.
Arricchisce chi lo riceve
ma non impoverisce chi lo dona.


Un sorriso apparentemente è effimero
dura soltanto pochi istanti
ma i suoi effetti sono durevoli
e può essere ricordato per sempre.

Nessuno è tanto ricco da poterne fare a meno
e nessuno è così povero da doverlo tenere per sé.
È una ricchezza che non si può comprare
né rubare, né prestare, si può solo regalare.

E se incontrerete qualcuno che non vi sorride
donategli comunque il vostro sorriso
perché nessuno ha più bisogno di un sorriso
di chi non è in grado di donarlo.

Patch Adams e la clownterapia


Il medico Patch Adams sposò l’idea di poter aiutare i pazienti con le risate e portò i clown in corsia per affiancare alle classiche cure, la clownterapia. Ecco che la terapia del sorriso entra a far parte delle terapie dolci, confermandoci il vecchio proverbio “il riso fa buon sangue”.
La risata rappresenta da sempre una forma di difesa, spesso inconsapevole, per  superare la drammaticità di certe situazioni e scongiurare complicazioni psico-fisiche. 
Molte persone reagiscono a situazioni tristi e difficili, ridendo in modo apparentemente ingiustificato, ma questo rappresenta in certi casi una modalità per ristabilire nel cervello una condizione biochimica necessaria al mantenimento delle funzionalità fisiche, quindi è un modo alternativo per ripristinare nel corpo una sorta di equilibrio reagendo al dolore con risate che agli occhi degli altri potrebbero risultare fuori luogo. 

Un genitore che conoscere le problematiche del figlio e un insegnante preparato sapranno valutare e comprendere che si verificano situazioni in cui i bambini possono reagire allo stress o alla tristezza con risate nervose, utili al loro fisico per ripristinare i livelli di endorfina.

Relazione tra comicità e creatività

In generale la risata scatta quando ci si trova davanti a un cambio di situazione inaspettato, che ci sorprende improvvisamente.
Per questo motivo la comicità ha molto in comune con la creatività.
Ora mi spiego meglio.
Il culmine della creatività è rappresentato dal lampo di genio, la lampadina che si accende, l'idea che irrompe. Quindi dopo aver cercato una soluzione a un problema apparentemente irrisolvibile, di colpo siamo in grado di vedere la situazione da un punto di vista illuminante e la soluzione ora è lì, inaspettatamente a portata di mano. 
Come è successo ad Archimede quando cercava un modo per calcolare il volume di un oggetto dalla forma irregolare. Stava facendo il bagno, immerso in una tinozza (se avesse fatto la doccia l'idea non gli sarebbe venuta) quando di colpo venne folgorato da un guizzo geniale ed esclamo: Eureka!
Entrando nella tinozza osservò che il livello dell'acqua era salito, capì così che il volume di acqua spostata doveva essere uguale al volume della parte del suo corpo immersa.

Nell'immagine appare una stampa del XVI secolo che mostra Archimede nella vasca da bagno. In basso a destra si trova la corona di Gerone di Siracusa che voleva sapere se l'oro impiegato per realizzare la sua corona era quello che era stato consegnato all'orefice oppure se costui lo aveva imbrogliato trattenendosi parte dell'oro.

L'idea arriva all'improvviso quando si arriva all'apice della creatività; anche la risata si scatena improvvisamente. In entrambi i casi (l'idea creativa e la risata) si scatenano grazie a un cambio repentino del punto di vista. 
Anche in molte barzellette si verifica questo. Fino a un certo punto l'ascoltatore crede una cosa e poi, di colpo, si capisce che si trattava di altro e questa sorpresa scatena la risata.
Tutto ciò presuppone elasticità mentale e arguzia.

Per capire come il cambio del punto scatena la risata, leggete il testo di questa barzelletta.

Un paziente doveva farsi operare e poiché era un po' pauroso aveva seguito un corso di gestione dell'ansia.
Il giorno dell'intervento quando è già in sala operatoria, mentre il chirurgo e l'anestesista si infilano i guanti, la paura lo assale e scappa a gambe levate.
Raccontando questo episodio a un amico, questi lo guarda sbalordito e gli domanda: 
- Avevi fatto il corso per dominare l'ansia, non ti è servito?
- Dopo il corso mi sentivo più forte e coraggioso, ma poi quando ho udito l'anestesista che diceva "coraggio andrà tutto bene, non bisogna avere paura" a quel punto non ce l'ho più fatta e sono scappato di corsa.
- Ma perché???
- Quelle parole non le diceva a me, stava parlando con il chirurgo!

Differenti tipi di umorismo e intelligenza


Il riso abbonda sulla bocca degli stolti, dal latino “Risus abundat in ore stultorum”. Così recita un antichissimo detto, per dire che chi ride molto è uno stupido.
Poi Molière ci insegnò che “si piange con il cuore, ma si ride con il cervello”. E questo dimostra che ridendo si fa uso del cervello, non il contrario.
Quindi, in tempi più recenti, la risata è stata simbolicamente associata alla vita e alla gioia di vivere. È perciò, per sua stessa natura, contrapposta alla morte. Ridendo ci si rilassa e tutto il corpo ne acquista giovamento. 

Ridere consapevolmente significa comprendere una situazione e coglierne il senso umoristico. Ci va una certa acutezza e non stupidità.
Ci sono battute sottili che non tutti sono in grado di cogliere e questo dipende anche dal bagaglio culturale alle spalle.

La comicità è molto cambiata nel tempo e segue anch'essa mode, tendenze di costume.
Un tempo si rideva molto per situazioni, che oggi possono risultare sciocche e poco divertenti, per esempio la situazione in cui una persona cade scivolando su una buccia di banana. 
Oggi questo tipo di comicità è rimasta per lo più relegata a un ambito infantile, mentre in età più adulta per stimolare la risata si ha bisogno di qualcosa di più.
Ognuno di noi può preferire un tipo di comicità rispetto ad un'altra. C'è chi ama le freddure, chi le detesta. C'è chi apprezza la comicità legata ai doppi significati delle parole.
C'è chi ama la comicità dei pagliacci, ma ad alcuni i clown fanno scattare una profonda malinconia più che un ridere spontaneo e benefico.
È importante guidare i bambini a comprendere la differenza tra i diversi tipi di comicità perché possano scegliere ciò che sentono maggiormente in sintonia con la loro persona.
Inoltre imparare a distinguere differenti tipi di comicità significa sapere analizzare le situazioni e questo rappresenta un esercizio mentale molto utile. Parlarne in classe con i compagni è ancora più utile perché stimola il confronto e la discussione.