Un food designer non può prescindere dalle abilità nel saper cucinare i cibi. Oltre a questo deve avere una buona dose di originalità nell'impiattamento e nel sapere proporre ciò che prepara.
Le sue doti sono creatività, empatia, innovazione e ricerca. Deve essere un po' chef, un po' chimico, un po' architetto, un po' artista.
La ricerca sul marketing aiuta anche a trovare delle soluzioni divertenti ed efficaci da poter utilizzare per proporre nuovi piatti e suscitare curiosità.
Il food designer è in grado anche di offrire supporto nello studio e nella realizzazione del packaging di prodotto, ovvero nell'ideazione delle confezioni più originali, quelle che rispecchiano maggiormente la filosofia aziendale, che comunicano meglio il prodotto e che nello stesso tempo lo valorizzano.
Un altro campo di applicazione, più squisitamente manageriale, è quello di consulenza alle aziende della ristorazione. Come un architetto progettista realizza gli interni del ristorante perché preparino il cliente alla migliore esperienza con il cibo, il food designer studia le forme dei piatti e ogni altro elemento (tovagliati, bicchieri, posate...) affinché siano unici e linea con il brand.
Nessun commento:
Posta un commento