lunedì 24 novembre 2014

Educare alla solidarietà

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Su La Stampa di oggi 24/11/14 si parla dell'importanza di crescere i bambini aiutandoli a sviluppare l'empatia e la solidarietà alla base di una esistenza armoniosa e di una comunità socialmente evoluta.
A questo proposito posto nel blog un mio articolo pubblicato su VivacementeDue un po' di tempo fa.

Educare alla solidarietà
A scuola, ma prima ancora in famiglia, educare alla solidarietà, al rispetto, alla condivisione è un atto sociale di vitale importanza, affinché tutti si possa godere di pari opportunità per affrontare una vita serena e degna.
È fondamentale, quindi, crescere i bambini insegnando loro che è bello poter godere di determinate ricchezze, purché queste non siano solo nelle mani di alcuni, ma possano essere apprezzate da tutti.
In quest’ottica, tutti i bambini del mondo hanno diritto a nutrirsi in modo adeguato, a ricevere un’istruzione, a giocare serenamente, ad essere amati e compresi.
Una famiglia dove i bambini, già da piccoli, hanno un riferimento che rispecchia un modello di condivisione dei ruoli tra mamma e papà è sicuramente un buon punto di partenza.

Inoltre, è importante fare in modo che eventuali cose superflue che desideriamo donare ai figli, vengano fatte apprezzare. È giusto, quindi, che i bambini abbiano almeno il tempo di desiderarle e che le vedano magari come un premio raggiunto per il loro impegno.
Sensibilizzare i piccoli affinché sappiano capire le problematiche delle persone più fragili di loro (per motivi di salute o per situazioni familiari difficili) è imprescindibile per creare nel gruppo (classe, società) quella forma di tolleranza e rispetto fondamentali in ogni comunità civile e democratica.

Parlando di letteratura per l’infanzia, le fiabe più antiche avevano tutte una morale che poneva l’accento sull’importanza di porsi a fianco dei più bisognosi, in una visione di equità.
L’orco o la strega, che hanno ferito i deboli, hanno trasmesso un messaggio semplice e chiaro: non bisogna approfittare delle persone fragili e indifese, chi lo fa commette una grossa ingiustizia che verrà punita.
In seguito questo tipo di fiabe ha, spesso, lasciato il posto ad una narrativa disimpegnata con racconti per lo più umoristici, volutamente privi di una morale, temendo che le storie per l’infanzia classiche, a volte malinconiche, appartenendo a un genere ritenuto desueto, potessero venire meno allo scopo di avvicinare i bambini alla lettura.

Oggi tuttavia, anche nella nuova narrativa che pur si discosta dalle vecchie fiabe proponendo modelli più vicini alla nostra realtà, si ravvisa di nuovo l’intento di racchiudere in ogni storia un messaggio educativo, che vada al di là del mero piacere per la lettura. Quindi, dopo diversi anni in cui sono stati protagonisti delle storie, mostriciattoli vari e caccole, divertenti e spiritosi ma non animati da valori profondi, si assiste ora a un ritorno della promozione dei buoni sentimenti.
Rivalutare l’anima dei protagonosti e lo spirito di fratellanza che muove le loro azioni, aiuta a sensibilizzare i bambini al valore della condivisione e del mutuo aiuto, affinché un domani non vivano nell’egocentrismo che può generarsi con un’educazione troppo permissiva e priva di messaggi che invoglino ad aprire il cuore agli altri.
Insegniamo ai bambini che donare è bello! E questo possiamo spiegarlo non solo con le fiabe, ma anche col nostro esempio!

© Rossana d'Ambrosio, VivacementeDue dic 2010

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