Nell’ultimo secolo, la durata della vita media si è estesa di oltre dieci anni.
Questo grazie anche ai progressi della scienza che hanno permesso di sconfiggere gravi patologie o, perlomeno, di curare le persone da esse colpite, assicurando loro una buona qualità della vita, impensabile anche solo fino ad alcuni decenni fa.
Basti pensare ai trapianti e autotrapianti che hanno consentito a pazienti affetti da malattie dei reni, polmoni, fegato, midollo, non solo di poter vivere, ma anche di vivere molto meglio evitando cure estenuanti come la dialisi. I passi avanti per migliorare la nostra vita, curando e prevenendo, non si arrestano: vaccini, cellule staminali, interventi sempre più mirati e meno invasivi.
La ricerca per la promozione della salute prosegue incessantemente. Nonostante le difficoltà e l’inadeguatezza degli investimenti, nuove scoperte giungono sempre e comunque a sostegno della sofferenza.
Per un verso, possiamo essere contenti per i grandi risultati conseguiti dalla scienza, dalla medicina e dalla prevenzione, ma per un altro verso ci ritroviamo a pensare che gli anni che ci sono stati regalati, ci vengono derubati dalle mille difficoltà che la vita di oggi ci impone.
È vero che una volta si viveva un minor numero di anni, ma si viveva in modo meno frenetico proprio perché la vita di un tempo non richiedeva un impegno spasmodico e spesso inutile nella gran parte delle attività quotidiane.
Oggi, le mille scadenze, gli infiniti obblighi, la lenta burocrazia... tutto ci ruba molto più tempo di un tempo.
Le mamme che oggi lavorano e hanno meno ore da trascorrere con i figli, sono obbligate a un tour di inserimenti, riunioni, incontri, che una volta non esistevano e che oggi vengono programmati a fini psicologico-educativi; essi talvolta sono davvero utili ma in alcuni casi sono strutturati in modo dispersivo e finiscono per impantanare le giornate già assiepate di impegni.
Si aggiungono, poi, le corse per le molteplici attività che ogni genitore desidera far praticare ai figli: dalla musica, alle lingue straniere, allo sport. E, fra i vari appuntamenti, per molti bambini di oggi, non manca quello con lo psicologo perché, spesso, nonostante tutto ciò che si fa per loro, non si riesce a offrirlo nel modo più giusto e, per questo, resta in molti ragazzi un profondo senso di solitudine e insicurezza.
Un tempo, le mamme vivevano meno, ma potevano godersi momenti di tranquillità preparando torte deliziose per la merenda, mentre i pargoli giocavano felici in cortile o per strada, senza correre rischi.
Anche la strada, gli amici, i fratelli più grandi, contribuivano alla crescita dei bambini.
Oggi una serie di pericoli e insidie angosciano i genitori che, pur alternandosi in base a un sano spirito di condivisione dei ruoli, spesso, non riescono più a trovare un po’ di spazio per loro, al di là degli impegni lavorativi, di gestione della casa e cura della famiglia.
© Rossana d'Ambrosio
articolo pubblicato su Vivacemente
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