Illustrazione di Pucci Violi |
“Un bel gioco dura poco”. Questo modo di dire che risale alla mia infanzia e che sentivo ripetere dai miei genitori, mi è venuto in mente quando mi è stato chiesto di parlare delle nuove dipendenze da gioco d’azzardo o dai tanti giochi altamente tecnologici attualmente disponibili sul mercato.
Il gioco ha una funzione fondamentale nella crescita e nello sviluppo della personalità dell’individuo ed ha una funzione sociale importante anche nell’adulto: tuttavia in alcuni casi la persona tende a trascorrere molto tempo nell’attività di gioco, trascurando le altre attività della vita quotidiana.
A poco a poco il gioco diventa il pensiero dominante nella mente. Fin dal risveglio al mattino comincia a pensare a come organizzare l’attività di gioco e, se per qualche motivo, non può svolgere tale attività prova un senso di disagio e di malessere.
Quando subentra la dipendenza vera e propria il gioco diventa come una droga: la persona trascorre la maggior parte del proprio tempo nel gioco trascurando se stesso, la propria famiglia, gli amici, lo studio o il lavoro.
Negli adulti la dipendenza da gioco si manifesta con quei giochi che prevedono vincite in denaro: una volta si giocava a carte o alla roulette nei casinò e nelle bische alle quali accedevano un numero limitato di persone. Oggi la gamma dei giochi è molto più variegata (lotto, superenalotto, gratta e vinci, slot machines, etc.). In molti bar, tabaccherie o centri scommesse non è raro incontrare persone di tutte le età, dal ragazzino al pensionato, che dilapidano i propri pochi soldi inseguendo il sogno di una vincita molto poco probabile, ma che potrebbe, in base alle loro convinzioni, cambiare in meglio la loro vita. Più recentemente, l’offerta si è allargata anche ad internet con la possibilità di giocare online.
Tra i ragazzi la dipendenza può riguardare i videogiochi, il computer specie in relazione a internet. Tutti questi strumenti altamente tecnologici, da una parte amplificano le capacità del nostro cervello esaltandone le perfomances, ma dall’altra, se il tempo trascorso in queste attività diventa eccessivo, possono indurre la persona a crearsi un “mondo virtuale” alternativo alla vita reale ed alle normali attività di gioco e relazioni con i coetanei.
Pensate che Bill Gates, il celeberrimo fondatore della Microsoft che voi tutti conoscete, consente alla propria figlia adolescente l’utilizzo di internet solo un’ora nei giorni feriali e due ore nei giorni festivi! Il resto del tempo deve essere dedicato allo studio, allo sport, al gioco con i coetanei.
È quindi importante che ognuno di noi utilizzi il gioco secondo la funzione che gli è propria, in modo libero e creativo, per non farlo passare da sano divertimento a problema.
articolo tratto da VivacementeDue
scritto da: Dott. Orazio Palazzolo
Psichiatra, Psicoterapeuta
Dirigente Medico Ser.T. Ragusa
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