Illustrazione di Pucci Violi |
Esistono tuttavia dei parametri nell'educazione dei bambini che ci consentono di confrontare le nostre opinioni in merito.
Il concetto di autonomia è molto soggettivo: un genitore indipendente, fiducioso e sicuro sarà più propenso a concedere libertà di sperimentare al figlio; mentre un genitore insicuro, timoroso e dubbioso sarà più reticente a diminuire l'attività di controllo sul figlio.
Lo sviluppo e la crescita del bambino è un graduale passaggio dalla dipendenza verso l’autonomia, che diventa completa quando il bambino diventa adulto capace di lavorare e di rapportarsi con gli altri.
Questo percorso chiaramente deve avvenire in modo graduale e continuo fin dalla nascita del bambino lasciandogli lo spazio e il tempo per affrontare le difficoltà in modo proporzionale alle sue potenzialità.
Negli ultimi anni si notano atteggiamenti assistenziali e protettivi di molti genitori che, per motivi diversi, limitano l’indipendenza in tutte le tappe di crescita a partire dalla prima infanzia: bambini che sanno camminare, vengono trasportati sul passeggino o in braccio; bambini che desiderano sperimentare il nutrirsi da soli, vengono imboccati; bambini che vengono vestiti, svestiti, lavati anche quando potrebbero svolgere da soli queste semplici operazioni, non sanno stare da soli a giocare o a dormire; si interpreta e si incoraggia il linguaggio infantile a svantaggio di una comunicazione chiara e comprensibile. Questi atteggiamenti generano insicurezza, senso di sfiducia in se stessi, scarsa autostima, tanto più quanto si prolungano nel tempo, e oserei dire, hanno un effetto amplificante anche sulla futura ricerca di indipendenza e autonomia.
Il bambino deve sentirsi protetto, ma contemporaneamente libero di muoversi all’interno di uno spazio considerato idoneo e sicuro dal genitore e dalle istituzioni.
A causa dei rischi ambientali veri o presunti, anche dove è difficile riconoscere una reale presenza di pericoli oggettivi o di comportamenti sociali ostili ai bambini, l'autonomia degli stessi viene molto limitata. La generalizzazione delle paure, effetto della comunicazione di massa, che sui casi di violenza sui bambini (intollerabili, ma rari) costruisce un’enfasi formidabile, induce nei genitori la convinzione dell’alta probabilità di pericolo per i loro figli. Questa consapevolezza obbliga gli adulti ad assumere modelli iperprotettivi per la tutela dei bambini anziché stimolare la loro progressiva educazione all’autonomia e limita, fino a volte ad annullarle, alcune attività fondamentali che si possono esercitare pienamente solo in assenza della presenza vigile e protettiva degli adulti.
Quindi, compito degli adulti responsabili della crescita e maturazione dei bambini è quello di creare situazioni e spazi sicuri, e valutare senza ansie, ma con misurata consapevolezza, le possibili realtà sperimentabili dai figli.
Loretta Zanconato, insegnante
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